Suor Orsola Benincasa
Cittadella monastica
Intorno al 1581, la mistica napoletana Orsola Benincasa (1550-1618), dopo un’esperienza estatica, benedisse sul colle di San Martino, ai confini meridionali della Certosa, la prima pietra di una chiesa dedicata alla Vergine Concetta, che avrebbe dato vita alla Congregazione dell’Immacolata Concezione e delle Oblate della Concezione.
La pietà mariana che caratterizzava la spiritualità della Congregazione, la veste bianca e turchina dell’Immacolata e altre analogie hanno fatto pensare ad un legame spirituale esistente tra le monache del Suor Orsola e le consorelle spagnole appartenenti all’Ordine delle Concezioniste, fondato da Beatrice de Silva agli inizi del ‘500. Spagnolo era, inoltre, l’abate Gregorio Navarro, che indirizzò l’opera al suo nascere affidandola alla cura spirituale degli Oratoriani (1586).
Per disposizione testamentaria, Orsola Benincasa affidò la Congregazione alla cura spirituale dei padri Teatini, esigendo, però, che il governo temporale fosse lasciato ai propri parenti, al fine di non far perdere alla sua Opera la connotazione familiare che la distingueva. Tale atipica amministrazione, dal carattere assolutamente laicale, avrebbe suscitato le reazioni della Curia Arcivescovile: il cardinale Decio Carafa si oppose alla gestione autonoma dell’Istituto colpendolo, nel 1621, con un interdetto che si sarebbe protratto per oltre 7 anni.
Malgrado ciò, l'Istituto prosperò, diventando un attraente luogo formativo per le ragazze, educate alle arti donnesche, e prediletto dalle famiglie della ricca borghesia e dell’aristocrazia.
Affiancato ad esso era sorto nel 1632, su suggerimento dei padri Teatini, un monastero di stretta clausura: un Eremitaggio, o Romitorio, che avrebbe dovuto accogliere 33 donne (a simboleggiare gli anni di Cristo) vestite di bianco e turchino. Le regole del monastero vennero approvate il 23 giugno 1623 e solo nel 1669 le prime monache vi fecero ingresso sotto la direzione spirituale dei padri Teatini, mentre la giurisdizione ordinaria dipendeva direttamente dall’autorità episcopale.
Nelle intenzioni di suor Orsola non erano previste per le aderenti alla Congregazione né la professione solenne, né tanto meno lo stato di clausura. Era aperta ad accogliere ragazze, che potessero portare un capitale minimo di 50 ducati, «nate di legittimo matrimonio, vergini di buoni costumi et d’età di anni dodici in su» Non si faceva dunque distinzione di censo ed era prevista la regola di vita comune.
L’anomala struttura logistica dell’Opera di suor Orsola, nata da un piccolo edificio ai piedi di S. Martino, si arricchì negli anni di nuove fabbriche e terre, divenendo una vera e propria Cittadella monastica gravitante intorno alla chiesa della Concezione. Essa costituisce ancora oggi un vario e complesso insieme architettonico di edifici, chiostri, porticati, cortili, giardini e cinte murarie. Tra le cose più interessanti, vanno segnalate le maioliche decorate del chiostro di epoca barocca.
La peste del 1656 spinse molti devoti napoletani a rivolgersi all’intercessione della Benincasa. Cessato il flagello, riconoscendo a lei il merito di aver salvato la città, la popolazione portò in processione per l’intera città la statua dell’Immacolata conservata nella chiesa.
L’opera sopravvisse al Decennio francese e alla Restaurazione Borbonica. Tuttavia, non più florida come un tempo sotto il profilo economico, vide diminuire il numero delle oblate e delle romite. Le leggi del Governo Unitario del 17 febbraio 1861 portarono poi alla soppressione del Romitorio; l'istituto laicale, invece, continuò a esistere divenendo, con Decreto Regio del 14 agosto 1870, Ente Laico Educativo. Nel 1891 la principessa di Strongoli, Adele Pignatelli del Balzo (1843-1932) fu nominata, per volontà di Margherita di Savoia, Ispettrice del Ritiro di Suor Orsola Benincasa.
La principessa Pignatelli volle creare una scuola dal progetto ambizioso e all’avanguardia per i tempi: una scuola che potesse formare la donna nella sua completezza, coprendo tutto l’arco degli studi, dal giardino d’infanzia al Magistero Superiore. Si impegnò in una coraggiosa opera di innovazione, organizzazione e promozione, coadiuvata dalla pedagogista Maria Antonietta Pagliara, che le sarebbe succeduta (prima donna in Italia) nel 1932 nella direzione dell’Istituto.
L’iter formativo delle scuole era articolato in due percorsi: un primo, di carattere pedagogico–letterario e un secondo dal carattere più tecnico-professionale, entrambi contraddistinti da una struttura didattica flessibile e aperta alle novità culturali. Le materie fondamentali si alternavano a laboratori di disegno, cucito, giardinaggio, manipolazioni plastiche, ceramica, in una continua trasformazione di metodi e programmi. Nel mettere in piedi il suo progetto, la Pignatelli si avvalse dei consigli di Benedetto Croce, con il quale ebbe un’intensa amicizia.
Il Suor Orsola divenne, così, un plesso educativo organico comprendente ogni ordine di scuole: dal giardino d’infanzia alla Scuola Secondaria Inferiore, dalla Scuola Secondaria Superiore (poi Istituto Magistrale) all’Università.
Attualmente è Istituto Universitario con corsi di studio triennali e magistrali.
All’interno del complesso va segnalato il Museo Pagliara che custodisce una importante collezione privata di dipinti e ceramiche.
a.v.
📍Quartiere: Montecalvario, C.so Vittorio Emanuele, 334
☨ Tipologia: Cittadella monastica
📅 Data di fondazione: 1581, Sopp. 1809
⛪ Regola monastica: Regola propria e direzione dei Teatini
👩🏻 Fondatrice: Orsola Benincasa
Fonti
- Istituto Suor Orsola Benincasa, Archivio Antico
- ASDN, Liber Visitationum Monialium, III (Innico Caracciolo), ff. 97-100/246-248
- ASDN, Vicario delle monache, 62-67 (Esplorazioni 1-156 [1670-1890]; Badesse 1-61 [1672-1873]; Miscellanea [secc. XVII-XIX] )
- ASN, Corporazioni Religiose Soppresse, 4032-4047bis; in 1607 : Libro delle Messe
- BNN, Ms XV, G.26
- BNN, Martino 62-S; 104-S; 529
- D’Engenio, Napoli Sacra, pp. 574-575
- D’Aloe, Catalogo, p. 676
- De Lellis, Aggiunta, Libro I, ff. 185r-185v, [pp. 385-387]
- De Magistris, Status Rerum, ff. 471-473, nn. 365-366
- Celano, Notizie, Vol. 5, Giornata V, pp. 1440-1441
- Chiarini, Aggiunzioni, Vol. 5, Giornata V, pp. 1584-1585
- Galante, Guida, Giornata X, pp. 374-375
- Stato delle Opere Pie di Napoli (1861), n. 34
- Regole lasciate dalla Ven. Madre Orsola Benincasa fondatrice della Congregazione delle reverende monache teatine, e Romitaggio, ambidue luoghi sotto il titolo della SS. Concezione di Nostra Signora, Napoli 1645 (le regole delle oblate alle pp. 27-88, delle romite: 89-123).
- Regole per le vergini romite teatine dell’Immacolata Concettione, date dalla Venerabile Madre Orsola Benincasa fondatrice, Napoli 1680 (alle regole del 1645 segue un direttorio di vita pratica).
- Maggio Francesco Maria, Compendioso ragguaglio della vita, morte e monisteri della Venerabil Madre D. Orsola Benincasa Napoletana Fondatrice della Congregazione teatina di sessantatré vergini, dell’Eremo teatino di trentatrè monache e di sette Converse, e del Ritiramento di dodici sacerdoti de’Padri Chierici regolari sotto titolo dell’Immacolata Concezione, Napoli 1669.
Bibliografia
- Dovere Ugo, La “voluntaria congregazione di donne vergini” di Suor Orsola Benincasa tra chiostro e laicità. Per la storia di una cittadella monastica nella Napoli moderna, in L'Istituto Suor Orsola Benincasa. Un secolo di cultura a Napoli 1895-1995, Napoli s.d.[1995], pp. 74-81.
- Buonanno Giuseppe, Le comunità monastiche di Orsola Benincasa dal 1583 al 1669, in Annali. Istituto Suor Orsola Benincasa (1997-1998), pp. 67-108.
- Fiorelli Vittoria, Una santa della città. Suor Orsola Benincasa e la devozione napoletana tra Cinquecento e Seicento, Napoli 2001.
- Valerio Adriana, I luoghi della memoria, I, Istituti religiosi femminili a Napoli dal IV al XVI secolo, Napoli 2006, pp. 377-383.