SS. Trinità dell’Arte dei Sellai
Detto anche «S. Maria del Monte dei Poveri» o «Collegio Biancolella»
Nel 1824 il sellaio Ferdinando Biancolella di Aversa disponeva nelle sue volontà testamentarie l’impiego di tutte le sue sostanze, ammontanti a 60.000 ducati, per l’erezione di un collegio gratuito in forma di Ritiro che potesse ospitare 50 orfane povere appartenenti al ceto dei sellai, sotto la direzione del Banco dei Poveri.
Biancolella morì cinque anni dopo e fu nominato suo erede fiduciario il parroco di Santa Maria Ogni Bene, don Paolo Franchini, il quale, però, disattese il volere del testatore dal momento che nel 1834 raccolse 14 ragazze provenienti, per lo più, dal Conservatorio di S. Maria del Gran Trionfo, sistemandole presso le eremite di S. Antonio ai Monti.
Vistosi defraudato del beneficio a esso destinato, il ceto dei Sellai fece ricorso, con successo, presso a re Ferdinando al fine di difendere quello che era considerato un diritto. Fu finalmente acquistata una casa con ampio giardino situata nella strada di S. Antonio alla Vicaria e costituito il Collegio intitolato alla Trinità dell’Arte dei Sellai, dove trovarono accoglienza, oltre alle ragazze appartenenti al ceto dei Sellai, anche alcune religiose alcantarine del monastero di S. Antonio ai Monti.
Il Regolamento prevedeva l’istruzione gratuita delle giovani fino al compimento del ventunesimo anno di età. Terminata la formazione, qualora le ragazze decidevano di prendere marito, ricevevano una dote di 50 ducati.
Passato in seguito all'ente Collegi Riuniti nel 1931, dopo lo scioglimento di questi, il Ritiro passò al Comune di Napoli. Attualmente è abbandonato e in cattive condizioni.
Un rilievo di marmo a mezzo busto della Vergine con bambino reca la scritta: Collegium puellarum / sub Beatae Virginia de monte pauperum tutela / pietati et artibus educandarum / anno MDCCCXLIII.
a.v.
Fonti
- Chiarini, Aggiunzioni, Giornata II, pp. 434. 452
- Galante, Guida, Giornata II, pp. 43-44
Bibliografia
- Filangieri Ravaschieri Fieschi Teresa, Storia della carità napoletana, IV, Napoli 1879, pp. 169-174
- De Simone Giuseppe, Sul riordinamento delle opere pie nella città di Napoli dopo l’Unità, Napoli 1880, p. 335
- Guidi Laura, Onore e status femminile negli istituti di reclusione napoletani dell’Ottocento, in Quaderni 2 (1988), pp. 170-189
- Guidi Laura, L’onore in pericolo. Carità e reclusione femminile nell’ottocento napoletano,Napoli 1991, pp. 23-39
- Valenzi Lucia, Poveri, ospizi e potere a Napoli (XVIII-XIX sec.), Milano 1995, pp. 23-40
- Valerio Adriana, I luoghi della memoria, II, Istituti religiosi femminili a Napoli dal 1600 al 1861, Napoli 2006, pp. 459-461
- Rocca Giancarlo (a cura di), Dizionario dei semireligiosi e semireligiose in Italia dal concilio di Trento sino agli inizi del Novecento, promosso dalla Associazione dei professori di storia della Chiesa in Italia. (le voci relative agli istituti napoletani sono curate da Rosanna Esposito)