SS. Pietro e Paolo a Pontecorvo
S.Maria delle Periclitanti
Nell’area di Pizzofalcone, alla Salita Pontecorvo, sorse nel 1675 per iniziativa del missionario Carlo de Mari, della Congregazione delle Apostoliche Missioni di Propaganda Fide, un Conservatorio destinato ad accogliere «donzelle che vieppiù da lupi erano insidiate».
Inizialmente raccolte presso la Casa di S. Maria del Rifugio, le ragazze dovettero essere sistemate altrove a causa del sovraffollamento dell’Istituto. Fu trovato un edificio nell’area di Pontecorvo, che costituì il primo nucleo. Il missionario era affiancato da un altro religioso, Filippo d’Aquino, che si adoperò molto nell’istruzione delle ragazze. De Mari non voleva che l'Istituto diventasse un monastero affermando il carattere laicale dell’Istituto che accoglieva ragazze della media borghesia non pericolanti, figlie di colonnelli dell’esercito, di avvocati e di farmacisti; mentre le converse erano figlie di uscieri, contadini e muratori.
Morto il fondatore, i Governatori, contravvenendo alle sue volontà, provvidero a redigere nel 1687 un Regolamento mirante a trasformare l’Istituto in monastero. Le donne ospitate furono poste sotto la direzione dei Padri della Congregazione fino al 1688, anno in cui passò sotto il controllo diretto dell’autorità episcopale trasformandosi definitivamente in istituto claustrale.
Le monache pensarono di ampliare e restaurare i luoghi affidando i lavori di ristrutturazione all’architetto Fernando Sanfelice, il cui progetto prevedeva un chiostro aperto verso sud, per consentire alle monache di godere della vista sul mare, nonché un giardino ed un orto. La rivalità con il vicino monastero di S. Francesco delle Cappuccinelle rese però difficile i lavori. Le francescane contrastarono il progetto del campanile (perché il suono delle campane avrebbe disturbato la «divina contemplazione»), mentre le periclitanti rivendicavano gli spazi verdi posti a confine tra i due Istituti: iniziò così una politica di reciproche inibitorie che si sarebbe protratta per anni.
Il monastero, che aveva anche un grande serbatoio destinato a raccogliere l’acqua piovana e un Ipogeo posto al di sotto della chiesa destinato alla sepoltura delle religiose, conobbe una fase di splendore lungo tutto il XVIII secolo, soprattutto grazie alle cospicue donazioni elargite dalle monache stesse. L’avvento dei francesi comportò, però, il declino dell’Istituto, che divenne proprietà dei Regi Collegi per le figlie del popolo. In epoca successiva, l’edificio fu acquisito prima dall’Albergo dei Poveri e successivamente dai Collegi Riuniti «Principe di Napoli».
I bombardamenti del secondo conflitto mondiale arrecarono gravi danni alla struttura; le operazioni di restauro che seguirono invece di salvare il salvabile, hanno finito col compromettere definitivamente l’integrità dell’edificio. Nel 1953 l’Amministrazione dei Collegi Riuniti ha rivenduto struttura e giardino alle suore francescane di S. Antonio ai Monti, cedendo la chiesa alla Curia napoletana. Attualmente il complesso è sede dell’Istituto Educativo Assistenziale Ss Pietro e Paolo, curato dalle francescane di S. Antonio.
a.v.
📍Quartiere: Avvocata, Salita Pontecorvo, 33
☨ Tipologia: Conservatorio per ragazze in pericolo dell'onore e poi Monastero
📅 Data di fondazione: 1674
⛪ Regola monastica: Carmelitana
👤 Fondatore: Carlo de Mari
Fonti
- ASDN, Conservatori, Ss. Pietro e Paolo, n. 423, A/1.
- BNN, Manoscritti I E 23, Brevi costitutioni del venerabile Conservatorio di Santa Maria delle vergini pereclitanti eretto dal s. D. Carlo de Mari fondatore missionario dell’Apostolica Missione delli preti secolari di Napoli a 24 di Maggio 1674, ff. 72ss
- Celano, Notizie, Giornata VI , p. 1615
- Chiarini, Aggiunzioni, Introd., p. 186, Giornata VI , p. 1678
- Galante, Guida, Giornata XII, p. 408
- Statistica delle Opere Pie di Napoli al 1861, n. 49
Bibliografia
- Sigismondo Giuseppe, Descrizione della città di Napoli e del suo contorno, III, Napoli 1789, pp. 119-120.
- Staffa Scipione, Del riordino degli stabilimenti di beneficenza nella città di Napoli, Napoli 1867, p. 58.
- Filangieri Ravaschieri Fieschi Teresa, Storia della carità napoletana, IV, Napoli 1879, pp. 131-133.
- De Simone Giuseppe, Sul riordinamento delle opere pie nella città di Napoli dopo l’Unità, Napoli 1880, pp. 333-334.
- Conte Carlo, Gli stabilimenti di beneficenza di Napoli, Napoli 1884.
- Vecchione Ernesto - Genovese Enrico, Le istituzioni di beneficenza nella città di Napoli, Napoli 1908, pp. 100.
- Di Stefano Roberto, S. Maria delle Pereclitanti in Napoli, in Napoli Nobilissima, 3 (1963-1964), pp. 112-116.
- Cantone Gaetana, I Conservatori dell’Imbrecciata di Gesù e Maria, in Napoli Nobilissima 7 (1968), pp. 212-215.
- Nicolella Dario, I cento chiostri di Napoli, Napoli 1986, pp. 140-142.
- Capano Francesca, Santa Maria delle Periclitanti o Ss. Pietro e Paolo, in Napoli Sacra, XIII Itinerario, Napoli 1996, pp. 775-776.
- Guidi Laura, L’onore in pericolo. Carità e reclusione nell’Ottocento napoletano, Napoli 1991, pp. 23-39;
- Valenzi Lucia, Poveri, ospizi e potere a Napoli (XVIII-XIX sec.), Milano 1995, pp. 23-40;
- Valerio Adriana, I luoghi della memoria, II, Istituti religiosi femminili a Napoli dal 1600 al 1861, Napoli 2007, pp. 437-443.
- Rocca Giancarlo (a cura di), Dizionario dei semireligiosi e semireligiose in Italia dal concilio di Trento sino agli inizi del Novecento, promosso dalla Associazione dei professori di storia della Chiesa in Italia. (le voci relative agli istituti napoletani sono curate da Rosanna Esposito)