SS. Giuseppe e Teresa
Si tratta di un monastero di Teresiane fondato nel 1726, come ricovero per ragazze povere, da monache provenienti dal convento di S. Giuseppe a Pontecorvo ed improntato alle più severe norme di clausura. Il nuovo monastero conobbe felici vicende, soprattutto grazie alla liberalità della regina Maria Amalia di Sassonia, moglie di Carlo III. Ottenuto l’assenso del monarca, le monache acquistarono per la somma di 12.000 ducati una proprietà di Carlo Gaeta, Consigliere Regio di S. Chiara, all’Arco Mirelli. Il nuovo monastero fu dichiarato Regio dal sovrano e Generalizio da papa Benedetto XIV.
Nel 1813, S. Maria Antesaecula e Ss. Giuseppe e Teresa, per la somiglianza della loro storia e delle loro finalità, vennero uniti in un solo Conservatorio, conservando i due nomi. Le religiose si distinguevano in coriste e sorelle converse ordinarie.
Abolito l’oblatismo come conseguenza della legge del 3 agosto 1862 n.753, venne compilato (1870) un nuovo statuto che consentiva al Conservatorio dei Ss. Giuseppe e Teresa di riaprire per le povere orfane.
Il complesso, dopo un restauro che ha consentito di riutilizzare l'edificio ormai ridotto in rovina a causa dei bombardamenti del 1943, ospita attualmente il Centro di salute mentale dell’ASL 49.
a.v.
📍Quartiere: Chiaia, Via Arco Mirelli, 23
☨ Tipologia: Conservatorio/Monastero teresiano
📅 Data di fondazione: 1746
⛪ Regola monastica: Carmelitana
👩🏻 Fondatrici: Monache di S. Giuseppe a Pontecorvo
Fonti
- Chiarini, Aggiunzioni, Introd., p. 185, Giornata IX, p. 2034
- Galante, Guida, Giornata XI, p. 389
Bibliografia
- Sigismondo Giuseppe, Descrizione della città di Napoli e del suo contorno, III, Napoli 1789, p. 144.
- Filangieri Ravaschieri Fieschi Teresa, Storia della carità napoletana, IV, Napoli 1879, pp. 61-66
- Guidi Laura, Onore e status femminile negli istituti di reclusione napoletani dell’Ottocento, in Quaderni 2 (1988), n. s., n. 1, pp. 170-189
- Guidi Laura, L’onore in pericolo. Carità e reclusione nell’Ottocento napoletano, Napoli 1991, pp. 23-39
- Valenzi Lucia Poveri, ospizi e potere a Napoli (XVIIIXIX sec.), Milano 1995, pp. 34-60
- Valerio Adriana, I luoghi della memoria, II, Istituti religiosi femminili a Napoli dal 1600 al 1861, Napoli 2007, pp. 227-231 (bibl.)
- Boccadamo Giuliana I conservatori femminili a Napoli e nel Regno nella prima metà dell'ottocento. Persistenze e innovazioni, in L'istruzione in Italia tra sette e ottocento. Da Milano a Napoli: casi regionali e tendenze nazionali, I, a cura di A. Bianchi, Brescia 2012, pp. 803-838
- Boccadamo Giuliana, Monache di conservatorio, bizzoche e romiti a Napoli fra XVII e XIX secolo, in Chiesa e Storia 6-7 (2016-2017) p. 131
- Valerio Adriana, I luoghi della memoria, II, Istituti Religiosi Femminili a Napoli dal 1600 al 1861, Napoli 2006, pp. 228-231.
- Rocca Giancarlo (a cura di), Dizionario dei semireligiosi e semireligiose in Italia dal concilio di Trento sino agli inizi del Novecento, promosso dalla Associazione dei professori di storia della Chiesa in Italia. (le voci relative agli istituti napoletani sono curate da Rosanna Esposito)