SS. Filippo e Giacomo
Il Conservatorio dei Ss. Filippo e Giacomo, fondato probabilmente nel 1582 dalla Corporazione dell'Arte della Seta, era destinato non solo a un ruolo di protezione delle giovani in stato di necessità imparentate con gli affiliati della Corporazione, ma anche di istruzione e formazione.
Nei primi 9 anni era collocato accanto alla chiesa dei SS. Filippo e Giacomo nella zona Mercarto, nell’antica strada dei Parrettari. In seguito, essendo aumentate il numero delle giovani (più di 100), venne comprato un palazzo del principe di Caserta Acquaviva, nell'attuale via san Biagio dei librai dove nel 1593 furono trasferite le ragazze sotto la regola del terz’ordine domenicano e dove venne costruita una chiesa adiacente.
Si stabilì che le fanciulle dovevano entrare nel Conservatorio non prima di 9 anni e non dopo i 15. Alla loro guida v’erano delle Oblate che insegnavano a diventare buone cattoliche ad apprendere le arti femminili (le cosiddette arti donnesche), qualche strumento musicale, come il violino, e qualche mestiere. Le ragazze, per esempio, lavoravano la seta su commissione. Una volta terminato il periodo di istruzione alcune ragazze potevano sposarsi o tornare in famiglia. Le altre rimanevano a vita, vestendo un abito religioso e svolgendo un ruolo di guida.
La buona conduzione del Conservatorio da parte della Corporazione, che arrivò a ospitare più di 300 ragazze, durò fino all'800. A seguito di un riordinamento delle opere di beneficenza, nel 1898 venne però fuso insieme con il conservatorio di Santa Rosa dell’arte della lana e altri analoghi, fino a essere inserito prima nei «Collegi riuniti» poi, nel 1980, negli enti gestiti dal Comune di Napoli.
a.v.
📍Quartiere: Pendino, Via S. Biagio dei librai, 118
☨ Tipologia: Conservatorio per le figlie di artigiani poveri
📅 Data di fondazione: 1582-1586
👥 Fondatori: Consoli dell’arte Arte della seta/lana
Fonti
- ASDN, Vicario delle Monache, 439-441 (Badesse 1-3 [1852-1861]; Miscellanea [1688-1859] )
- ASDN, Visite pastorali, XIV
- De Stefano, Descrittione, p. 55
- Araldo, Cronica, pp. 207.260. 307-308
- Araldo, Repertorio, pp. 138. 165
- D’Engenio, Napoli Sacra, pp. 336-337
- D’Aloe, Catalogo, p. 292
- De Magistris, Status Rerum, f. 374, n. 192; f. 375, n. 192 ; f. 405, n. 236
- Celano, Notizie, Vol. 4, Giornata III, p. 916
- Chiarini, Aggiunzioni, Vol. 4, Giornata III, pp. 1129-1130
- Galante, Guida, Giornata VI, pp. 205-207
- Stato delle Opere Pie a Napoli (1861), n. 25
Bibliografia
- Filangieri Ravaschieri Fieschi Teresa, Storia della carità napoletana, IV, Napoli 1879, 19-31
- Guidi Laura, Onore e status femminile negli istituti di reclusione napoletani dell’Ottocento, Quaderni 2 (1988), n. s., n. 1, pp. 170-189
- Guidi Laura, L’onore in pericolo. Carità e reclusione nell’Ottocento napoletano, Napoli 1991, pp. 23-39
- Valenzi Lucia, Poveri, ospizi e potere a Napoli (XVIII-XIX sec.), Milano 1995, pp. 23-40
- Boccadamo, Giuliana "Un palombaro di palombe sante". Squarci di vita quotidiana nei conservatori femminili napoletani sul finire del Cinquecento, in Munera Parva, a cura di G. Luongo, II, Napoli 1999, pp. 277-315
- Valerio Adriana, I luoghi della memoria, I, Istituti religiosi femminili a Napoli dal IV al XVI secolo, Napoli 2006, pp. 351-355
- Boccadamo, Giuliana I conservatori femminili a Napoli nel Regno nella prima metà dell’ottocento. Persistenze e innovazioni, in L’istruzione in Italia tra sette e ottocento. Da Milano a Napoli: casi regionali e tendenze nazionali, I, a cura di A. Bianchi, Brescia 2012, p. 821
- Boccadamo Giuliana, Monache di conservatorio, bizzoche e romiti a Napoli fra XVII e XIX secolo, in Chiesa e storia 6-7 (2016-2017), pp. 119-195, in particolare p. 127
- Fiore Angela, “Non senza scandalo delli convicini”: pratiche musicali nelle istituzioni religiose femminili a Napoli 1650-1750, Berna 2017, pp. 188-189.
- Rocca Giancarlo (a cura di), Dizionario dei semireligiosi e semireligiose in Italia dal concilio di Trento sino agli inizi del Novecento, promosso dalla Associazione dei professori di storia della Chiesa in Italia. (le voci relative agli istituti napoletani sono curate da Rosanna Esposito)