SS. Concezione a Montecalvario
La chiesa della Concezione a Montecalvario sulla strada un tempo detta dell’Imbrecciata, deve la sua origine alla Confraternita della Concezione di Montecalvario, che annoverava tra i suoi membri sia nobiluomini sia appartenenti al popolo. Tra il 1582 ed il 1589 il Governatore Giovanni d’Avalos acquistò dall’Annunziata un terreno adiacente per destinarlo al un Conservatorio omonimo, allo scopo di accoglievi fanciulle povere e oneste, affidandolo alla guida di Luisa Paparo.
Nel 1598 fu chiamata a rivestire la carica di Governatrice dell’Istituto Beatrice Capano, già professa nel monastero di S. Maria Donnalbina a Napoli.
Requisito fondamentale per l’ammissione era lo stato virginale delle ospiti, la cui età poteva oscillare tra i 12 e i 35 anni. Inizialmente il Conservatorio era destinato a donne e ragazze povere; successivamente, si stabilì di accettare soltanto giovani di buona famiglia in grado di portare una dote all’Istituto e di età non superiore ai venti anni. Alla legittimità dei natali dovevano abbinare «decenza, purità dei costumi e decisa volontà di consacrarsi a Dio senza con ciò diventar claustrali». A fine ‘500 si contavano 66 ragazze, incluse le serve laiche. che indossavano un abito bianco e turchino su imitazione delle cosiddette Turchine di Spagna, conducendo una vita pseudo-monastica sotto la guida di una Madre Superiora, che doveva essere «prudente, modesta e caritativa».
Il Conservatorio aveva una forte impronta monastica - potevano ritirarsi solo ragazze decise a vivervi in perpetuo – e la giornata era scandita da preghiere e da momenti di vita liturgica. Molte ore della giornata erano dedicate al lavoro. Era concessa la lettura privata di testi edificanti per non più di un ora al giorno. «Le figliole abbiano ciascuna il suo letto – si dice ancora nelle regole -, vi sia un lume in dormitorio tutta la notte, e dopo l’essere poste in letto non si diffondano in parlare, ma osservino silentio non solo della bocca ma del cuore, fuggendo i cattivi pensieri et le brutte immaginazioni che suole suggerire il demonio, il mondo e il senso in quel tempo, et meditando qualche cosa devota o dicendo qualche oratione vocale».
Durante il Decennio francese, il Conservatorio venne unito a quello di S. Maria della Carità (1813) e sul finire del XIX secolo passò nelle mani dei Collegi Riuniti: dal 1919 fu concessa in enfiteusi perpetua all'arciconfraternita del SS. Corpo di Cristo, mentre il collegio e il giardino furono affidati al Comune di Napoli.
Nel 1928 fu demolito il collegio ed edificata una scuola elementare. Nel 1960, nel giardino fu realizzato un edificio destinato all'Opera Nazionale Maternità e Infanzia. Danneggiata nel 1980 dal sisma, nel 2016 la chiesa è stata chiusa per inagibilità e poi sottoposta a lavori di restauro: essa rappresenta uno dei massimi risultati dell’architettura napoletana del primo Settecento. Va segnalata la bizzarria architettonica della forma semisferica, frutto dell’ingegno di Domenico Antonio Vaccaro, che vi lavorò dal 1714 al 1724. Sempre al Vaccaro si devono il complesso scultoreo che ingloba la statua lignea dell’Immacolata posta sull’altare maggiore ed i dipinti di S. Michele, di S. Gennaro, dell’Addolorata, del Natale e della Trinità, tutti eseguiti tra il 1720 ed il 1725. La tela dedicata a S. Nicola è invece opera di Tommaso Martini, discepolo del Solimena.
a.v.
📍Quartiere: Montecalvario, Via Concezione a Monte Calvario, 22
☨ Tipologia: Conservatorio per ragazze povere e oneste
📅 Data di fondazione: 1582, sopp. 1813
👥 Fondatore: Confraternita della Concezione di Montecalvario
👑 Presenze nobiliari: Famiglie d’Avalos, Orsini, de Gennaro
Fonti
- ASN, Ministero degli interni, I Inventario
- ASN, Corporazioni Religiose Soppresse, 1762-1763; 6572 : Regole
- ASDN, Vicario delle Monache, 445 (Miscellanea [secc. XVIII-XIX] )
- ASDN, Visite pastorali, XIV
- Araldo, Cronica, pp. 46.163.189-190. 208-209. 212
- Araldo, Repertorio, p. 163
- D’Engenio, Napoli Sacra, pp. 577-579
- D’Aloe, Catalogo, p. 676
- Celano, Notizie, Vol. 6, Giornata VI, pp. 1597-1598
- Chiarini, Aggiunzioni, Vol. 6, Giornata VI, p. 1622
- Galante, Guida, Giornata X, p. 366
- Stato delle opere Pie di Napoli (1861), n. 23
Bibliografia
- Ravaschieri Flangieri Fieschi Teresa, Storia della carità napoletana, IV, Napoli 1879, pp. 269ss;
- Boccadamo Giuliana, Un “palombaro di palombe sante”. Squarci di vita quotidiana nei conservatori femminili napoletani sul finire del Cinquecento, in Munera Parva, a cura di Gennaro Luongo, II, Napoli 1999, pp. 277-315.
- Valerio Adriana, I luoghi della memoria,I, Istituti religiosi femminili a Napoli dal IV al XVI secolo, Napoli 2006, pp. 341-345
- Boccadamo Giuliana, I conservatori femminili a Napoli e nel Regno nella prima metà dell'ottocento. Persistenza e innovazione, in L'istruzione in Italia tra sette e ottocento. Da Milano a Napoli: casi regionali e tendenze nazionali, I, a cura di A. Bianchi, Brescia 2012, pp. 803-838 [820]
- Boccadamo Giuliana, Monache di conservatorio, bizzoche e romiti a Napoli fra XVII e XIX secolo, in Chiesa e Storia 6-7 (2016-2017), pp.119-195 e p. 621 (indice dei nomi)
- Rocca Giancarlo (a cura di), Dizionario dei semireligiosi e semireligiose in Italia dal concilio di Trento sino agli inizi del Novecento, promosso dalla Associazione dei professori di storia della Chiesa in Italia. (le voci relative agli istituti napoletani sono curate da Rosanna Esposito)