Spirito Santo
Situato nello slargo formato dalla confluenza dell’attuale via Toledo con S. Anna dei Lombardi, questo Conservatorio venne eretto intorno al 1552 per interessamento del predicatore domenicano Ambrogio Salvio di Bagnoli (1491-1577) e di alcuni notabili napoletani affiliati alla Confraternita degli Illuminati dallo Spirito Santo, per accogliere, in un complesso formato da due edifici, figlie di confratelli poveri e figlie di prostitute.
Le Costituzioni, approvate da Pio IV nel 1566, regolavano la conduzione della chiesa e la vita dei due istituti. Nella sezione femminile entravano ragazze tra i 7 ed i 14 anni di età, figlie di prostitute (sottratte spesso alle madri anche contro la loro volontà) o provenienti da famiglie molto povere. Nel giro di pochi anni si arrivò a un alto numero di ragazze arrivando addirittura a 400-500 fanciulle ospitate. Di queste, una sessantina, secondo una usanza ormai consolidata, vestiva l’abito monacale e aiutava la badessa nella conduzione del Conservatorio e nella guida personale delle ragazze. Analogamente ad altre situazioni simili, all’espletamento di tutte le funzioni liturgiche veniva affiancato il lavoro manuale al fine di consentire una maggiore autonomia economica all’Istituto.
Il regolamento di ammissione era molto severo. Requisito fondamentale ed imprescindibile era che le fanciulle da ammettere fossero vergini; quelle che non si trovavano più in questa condizione venivano inviate a un altro Conservatorio, appositamente eretto dall'oratoriano Alessandro Borla, chiamato S. Maria del Rifugio. La verginità delle fanciulle era appurata da «donne esperte et degne di fede».
Nei Conservatori più popolosi i costi di mantenimento e di pensione erano enormi, visto che, oltre ad occuparsi delle ragazze ospitate, si doveva provvedere anche alla retribuzione dei religiosi che vi prestavano servizio e, talvolta, assicurare annualmente, ad un certo numero di donne, una dote che permettesse loro di contrarre matrimonio. Per sostenere le spese del Conservatorio e della chiesa, la confraternita ottenne nel novembre del 1590 la facoltà di aprire il Banco di Santo Spirito, grazie al quale fu anche possibile continuare a garantire una dote a quelle ragazze del Conservatorio che intendevano sposarsi.
Una trasformazione si ebbe nel 1644 quando non si ospitarono più orfane e vedove di confratelli, ma solo figlie di meretrici e ragazze pericolanti, che venivano istruite nei soliti lavori femminili e contribuivano a sostenere le rilevanti spese dell'istituto con il loro lavoro. Il Conservatorio godrà nel tempo sempre di buona fama sia l’istruzione impartita alle ragazze, sia nel campo dei lavori manuali dove le ragazze eccellevano nel ricamo in oro e merletto. In pieno Settecento si giunse al punto che le madri onorate si dichiarassero pubblicamente prostitute e affermavano «di travagliare al disonore delle figlie», pur di far accogliere le proprie figlie in questo luogo rinomato.
Le donne presenti conoscevano la musica e diedero vita a una importante tradizione musicale, testimoniata anche dal fatto che diverse composizioni sono state dedicate ad esecutrici monache del conservatorio dello Spirito Santo, come il Primo notturno per la notte del S. Natale, dedicato a Suor Giuseppa Conte, un Magnificat e un Veni Sponsa Christi, dedicato alle «Signore monache dello Spirito Santo».
Nel 1832 il Conservatorio viene trasformato in Collegio di educazione di 2° classe e che in esso sarebbero confluite anche le recluse del Gran Trionfo e dell'Addolorata in SS. Giuseppe e Teresa.
Nel 1898, insieme ad altri Conservatori e ritiri, entrò a far parte dell’ente «Collegi riuniti per le figlie del popolo».
Il Banco dello Spirito Santo sarebbe in seguito stato acquisito dal Banco di Napoli che ha venduto, intorno al 1975, la maggior parte dell’edificio all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Attualmente la struttura ospita alcuni Dipartimenti della Facoltà di Architettura.
a.v.
📍Quartiere: Montecalvario, Via Toledo, 402
☨ Tipologia: Conservatorio per figlie di prostitute
📅 Data di fondazione: 1563
👥 Fondatori: Confratelli degli Illuminati dello Spirito Santo
Fonti
- ASDN, Vicario delle Monache, 462 (Miscellanea [sec. XIX] )
- ASN, Corporazioni Religiose Soppresse, 882-920bis, 6581 (4
- Araldo, Cronica, pp. 54. 213-216
- D’Engenio, Napoli Sacra, pp. 517-521
- D’Aloe, Catalogo, p. 731
- De Lellis, Aggiunta, Vol. IV, ff. 72-75
- De Magistris, Status Rerum, ff. 442-443, nn. 313-314
- Celano, Notizie, Vol. 3, Giornata II, pp. 674-675
- Chiarini, Aggiunzioni, Vol. 3, Giornata II, pp. 732. 740
- Galante, Guida, Giornata IX, pp. 354-355
- Stato delle Opere Pie di Napoli (1861), n. 44
Bibliografia
- Strazzullo Franco, Il restauro settecentesco alla Chiesa dello Spirito santo a Napoli: Documenti inediti, presentazione di Nicola Leone, Milano 1955
- Miele Michele, L’assistenza sociale a Napoli nel Cinquecento e i programmi della Compagnia dei Bianchi dello Spirito santo, in Xenia Medii Aevi Historiam Illustrantia Oblata Thomae Kaeppeli O.P., Roma 1978, pp. 833-862
- Petrelli Flavia, Spirito Santo, in Napoli Sacra, X Itinerario, Napoli 1995, pp. 629-638.
- Boccadamo Giuliana, Un “palombaro di palombe sante”. Squarci di vita quotidiana nei conservatori femminili napoletani sul finire del Cinquecento, in Munera Parva, a cura di Gennaro Luongo, II, Napoli 1999, pp. 277-315
- De Fusco Renato, Il Conservatorio dello Spirito Santo, in Il Patrimonio architettonico dell’Ateneo Fridericiano, a cura di Arturo Fratta, Vol. 1, Napoli 2004, pp. 249-262
- Valenzi Lucia, Poveri, ospizi e potere a Napoli (XVIII-XIX sec.), Milano 1995, pp. 23-40
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- Fiore Angela, “Non senza scandalo delli convicini”: pratiche musicali nelle istituzioni religiose femminili a Napoli 1650-1750, Berna 2017, pp. 193-194 e 236
- Rocca Giancarlo (a cura di), Dizionario dei semireligiosi e semireligiose in Italia dal concilio di Trento sino agli inizi del Novecento, promosso dalla Associazione dei professori di storia della Chiesa in Italia. (le voci relative agli istituti napoletani sono curate da Rosanna Esposito)