Scorziata
Presentazione di Maria al Tempio
Il cosiddetto Tempio della Scorziata, con la chiesa annessa, situato di fronte alla porta piccola di S. Paolo Maggiore, fu fondato da Giovanna Scorziata nel 1579. Nobile dama napoletana, sposa di Ferdinando Brancaccio, confratello, come Aurelio Paparo della Compagnia dei Bianchi, rimasta vedova e avendo perduto anche cinque degli otto figli (tre scelsero la vita religiosa), decise di dar vita ad un Conservatorio per ragazze vergini e di buona famiglia, al fine di impartire loro tanto una educazione religiosa quanto una cultura confacente al loro stato. L’Istituto era pensato, dunque, come un vero e proprio collegio dove le ragazze nobili potevano essere istruite. Alcune sarebbero poi state destinate al matrimonio, altre alla monacazione in uno dei tanti monasteri cittadini.
A Giovanna Scorziata si affiancarono, sin dall’inizio, le nobildonne Luisa e Agata Paparo, figlie di Aurelio Paparo, investite delle cariche di Governatrice e di Vicaria. Per divergenze con la fondatrice, sarebbero poi uscite nel 1585 per fondare tre anni dopo il Conservatorio denominato delle Paparelle.
Le ragazze, la cui cura spirituale era stata affidata ai padri Teatini, dovevano essere guidate da una Governatrice e da una Vicaria, affiancate da tre Protettori dell’Istituto scelti tra i nobili e tra i cittadini onorati. Ciascun insegnante aveva cura di otto-dieci allieve, che versavano una retta di 50 ducati.
In seguito, l’Istituto ospitò sia vedove che nubili, che pagavano un pigione per il proprio mantenimento ed erano tenute ad osservare tutte le regole della Casa. A queste si aggiunsero, successivamente, anche donne sposate separate, che erano accolte previo consenso dei mariti e su disposizione del magistrato. Le coniugate non potevano essere accolte se incinte o con figli lattanti; potevano vivere con loro solo le figlie di un'età non inferiore a 6 anni. Le donne in disaccordo con i mariti venivano accolte sempre che la ragione della separazione non scaturiva da una loro riprovevole condotta. Erano comunque di preferenza accettate quelle che il magistrato e Presidente del Tribunale civile affidavano con ordinanza provvisoria. Quelle povere in disaccordo con il marito o con i parenti venivano accolte gratuitamente solo se vi erano abitazioni libere e fondi disponibili per il loro mantenimento.
La Scorziata da conservatorio-collegio di istruzione per ragazze della buona società si trasformò in un pensionato dove vi si affittavano 36 quartini di una o più stanze con cucina.
Nel 1873, su approvazione di Vittorio Emanuele II, venne stilato lo Statuto dell’Ente, composto da 26 articoli nel quali si stabiliva che gli amministratori, nel numero di un presidente e due consiglieri, sono designati dal Consiglio Comunale di Napoli e restano in carica, a titolo gratuito, per il periodo di tre anni. Sono coadiuvati da un incaricato competente per quanto attiene la tutela dell’Archivio Storico dell’Istituto, la conservazione, la promozione e lo sviluppo di tutti i beni mobili appartenenti all’Ente.
Nel 1993 gran parte delle opere d’arte conservate nella chiesa e nell'istituto, altari marmorei, dipinti da allievi del Solimena e dello Stanzione, oltre ad un interessante S. Giovannino, copia antica di un originale del Caravaggio, sono stati trafugati. Analoga sorte hanno subito arredi lignei come il pulpito e l’organo, oltre ad elementi marmorei e alle acquasantiere.
a.v.
📍Quartiere: San Lorenzo, Vico Cinquesanti
☨ Tipologia: Conservatorio per educare ragazze vergini e di buona famiglia
📅 Data di fondazione: 1579 (dal ‘79 all’ 87 accomunate con le Paparelle)
⛪ Regola monastica: Affidato alla cura dei Teatini
👩🏻 Fondatrice: Giovanna Scorziata
Fonti
Causa il degrado della struttura, l’Archivio della Scorziata è attualmente custodito presso la Sovrintendenza ai Beni Archivistici della Regione Campania.
- Araldo, Cronica, p. 103. 188-190. 278-279
- D’Engenio, Napoli Sacra, pp. 125-127
- D’Aloe, Catalogo, p. 733
- De Magistris, Status Rerum, ff. 294-295, n. 60
- Celano, Notizie, Vol. 3, Giornata II, pp. 708-709
- Chiarini, Aggiunzioni, Vol. 3, Giornata II, p. 816
- Galante, Guida, Giornata V, p. 180
- Stato delle Opere Pie a Napoli, (1861), n. 24
- BNN, Fondo San Martino, 528, Fondazioni e regole del Sacro Tempio della Scorziata (1582).
- Ravaschieri Filangieri Fieschi Teresa, Storia della carità napoletana, IV, Napoli 1875, pp. 303-309
Bibliografia
- Ruotolo Renato, Ritiro della Scorziata, in Napoli Sacra, VIII Itinerario, Napoli 1994, pp. 492-493
- Boccadamo Giuliana, Monache di casa e monache di conservatorio, in Donne e religione a Napoli, secoli XVI – XVIII, a cura di G. Galasso e A.Valerio, Milano 2001, p. 163
- Boccadamo Giuliana, Ordinazioni et regole del sacro tempio della Scorziata, in Archivio per la Storia delle Donne, a cura di Adriana Valerio, I, Napoli 2004, pp. 145-166
- Valerio Adriana, I luoghi della memoria, I, Istituti religiosi femminili a Napoli dal IV al XVI secolo, Napoli 2006, pp. 328-330
- Rocca Giancarlo (a cura di), Dizionario dei semireligiosi e semireligiose in Italia dal concilio di Trento sino agli inizi del Novecento, promosso dalla Associazione dei professori di storia della Chiesa in Italia. (le voci relative agli istituti napoletani sono curate da Rosanna Esposito)