Sant'Eligio Maggiore
La fondazione della chiesa e dell’Ospedale di S. Eligio Maggiore, avvenuta nel 1270 e situata sul limite occidentale della grande piazza del quartiere Mercato in via S. Eligio, si deve a una Confraternita di francesi, formata in buona parte da mercanti marsigliesi e provenzali, intenzionati alla nascita di un ospedale per i malati poveri. Si trattava di una delle prime esperienze caritative a gestione laicale.
L’Opera poté disporre di molte cospicue donazioni pervenute da un gran numero di nobili ma anche dal popolo. Nella chiesa ebbero sede le Compagnie del Sacramento e della Misericordia (S. Eligio dei Ferrai, S. Ciriaco dei Beccai, S. Mauro dei Pollieri, S. Croce dei Mercanti Lucchesi, ognuna delle quali gestiva una propria cappella). Tali Compagnie avevano finalità di carattere devozionale, elargivano doti alle ragazze povere, offrivano assistenza ai carcerati e provvedevano, allo stesso tempo, a dare aiuti per il funzionamento dell’Ospedale che godette sempre dei favori delle dinastie regnanti che si succedettero (Angioini, Durazzeschi ed Aragonesi), giovandosi di ampi privilegi e sovvenzioni.
Nel 1546, per decisione del viceré don Pedro di Toledo, venne edificato presso la chiesa un Conservatorio per accogliere le figlie del popolo rimaste orfane e in pericolo di cadere nella piaga della prostituzione, precedentemente accolte in S. Caterina (Spina Corona). Contemporaneamente, il viceré destinò l’Ospedale, notevolmente ampliato nel 1573, ad una utenza esclusivamente femminile, divenendo l’unico ospedale femminile della città. Le pazienti erano accudite dalle orfane di onorati natali (a fine '500 raggiunsero il numero di 400), poste sotto la direzione di oblate, monache di conservatorio di Regola agostiniana, che avevano il compito di educare le alunne, interne ed esterne del Conservatorio, provvedendo alla loro istruzione primaria e formandole nei mestieri tipicamente femminili. Insieme ad altri conservatori, il S. Eligio si distingueva per l’officiatura delle celebrazioni liturgiche accompagnate da musiche e canti delle orfane.
In pieno ‘600 erano accolte fino a 150 ragazze. A 20 di esse era concessa un’adeguata dote nel caso avessero deciso di sposarsi.
Testimonianza della floridezza dell’istituzione è anche la fondazione di un Banco Pubblico ad essa collegato, inaugurato nel 1592, la cui attività si sarebbe estesa fino al 1806, allorché confluì, con altri, nel Banco dei Privati, prima, ed in quello delle Due Sicilie, dopo.
Nel 1806 fu depredato e chiuso dai francesi e l’edificio fu destinato alle funzioni di caserma militare. Nello stesso anno il Conservatorio venne separato dall’Ospedale e il Banco di S. Eligio venne soppresso. Fu solo nel 1815 che il Conservatorio ritornò in vita, riprendendo l’antica attività ma solo per pochi anni ancora.
Nell’arco di alcuni decenni ci furono una serie di interminabili controversie per il possesso dell’edificio e l bombardamento degli Alleati nel 1943 ne decretò la fine avendo raso al suolo la chiesa.
a.v.
📍Quartiere: Mercato, Via Sant'Eligio, 1
☨ Tipologia: Conservatorio per orfane con natali onorati
📅 Data di fondazione: 1546
⛪ Regola monastica: Agostiniana
👤 Fondatore: Don Predro de Toledo
Fonti
- ASDN, Vicario delle Monache, 453 (Miscellanea [secc. XVIII-XIX] )
- ASDN, Visite Pastorali, XVI
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- Araldo, Repertorio, pp. 81. 93. 131
- D’Engenio, Napoli Sacra, pp. 439. 441-443
- D’Aloe, Catalogo, pp. 288-289
- De Lellis, Aggiunta, Vol. III, f. 171
- De Magistris, Status Rerum, f. 413, n. 250
- Celano, Notizie, Vol. 5, Giornata IV, pp. 1258-1259
- Chiarini, Aggiunzioni, Vol. 1, p. 186, Vol. 5, Giornata IV, pp. 1357-1358. 1360-1362
- Galante, Guida, Giornata VIII, pp. 294-296
- Stato delle Opere Pie di Napoli (1861), n. 21
Bibliografia
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- Valerio,Adriana, I luoghi della memoria, I, Istituti religiosi femminili a Napoli dal IV al XVI secolo, Napoli 2006, pp. 155-161
- Rocca Giancarlo (a cura di), Dizionario dei semireligiosi e semireligiose in Italia dal concilio di Trento sino agli inizi del Novecento, promosso dalla Associazione dei professori di storia della Chiesa in Italia. (le voci relative agli istituti napoletani sono curate da Rosanna Esposito)