Santa Maria della Soledad
Nostra Signora della Solitudine o Solitaria
Nostra Signora della Solitaria è un Conservatorio fondato nel 1585 per iniziativa del Cappuccino spagnolo Pietro Trigoso e del maestro di campo Luxan y Enriquez, appartenenti alla Confraternita di Santa Maria della Soledad, istituita nel 1581 dai domenicani. Era destinato alle sole orfane di militari spagnoli, o italiane vedove di spagnoli, in numero limitato e dietro pagamento di una retta.
Le Regole e le Costituzioni furono approvate da Sisto V nel 1590 ed ebbero l’assenso dell’allora viceré, conte de Miranda, nel 1592.
La Soledad, posta sotto Regia giurisdizione, si reggeva con un prelievo sulle paghe dei soldati spagnoli; l’amministrazione, laica, era retta da militari spagnoli mentre la gestione quotidiana era affidata a una governatrice, mediamente sui quarant’anni, di provate virtù, prudente e libera da incombenze familiari.
L’età per essere accolte andava dai 5 ai 18 anni e, a fine ‘500, il Conservatorio raggiunse tra le 25 e le 50 unità. L’abito era bianco (simboleggiava la purezza) e nero (richiamava il dolore della Vergine per la morte del Figlio). La giornata era regolata dai rintocchi di un orologio e la preghiera era alla base della vita comunitaria. La frequenza della confessione era mensile e i confessori dovevano essere persone letterate e moralmente integerrime. La struttura, simile a quella monastica, prevedeva doppia porta da superare per accedere all’interno, nonché una terza porta intermedia; c’erano anche un giardino interno e una cappellina per le devozioni, vicina all’infermeria. Alle ragazze spettava a colazione e la merenda; veniva servita carne a pranzo e a cena quattro volte la settimana, uova e pesce il mercoledì, pesce ancora il venerdì. Il vino se erano abitate a berlo, i frutti erano di stagione. Completata la loro formazione, le ragazze potevano scegliere tra il rimanere in Conservatorio, seguendo la Regola domenicana, o sposarsi; in quest’ultimo caso, avevano diritto a ricevere una dote di 100 ducati.
Dal '600 l'Istituto era famoso per la «Processione della Solitaria»: le ragazze il venerdì santo percorrevano le vie della città, in silenzio, con torce accese, in penitenza, coinvolgendo popolo e nobili, accompagnate dai musicisti della Real Cappella di Palazzo.
Nel corso del Sei-Settecento il Conservatorio eccelse per la musica presente per solennizzare le grandi feste e i periodi liturgici. Le ragazze non solo cantavano, ma imparavano a suonare la ribeca e il violino, sotto la guida di maestri di cappella o di maestri di canto e di strumenti, tutti regolarmente stipendiati.
Nel corso del decennio francese, l'Istituto, erroneamente ritenuto un monastero, venne soppresso. La sede originaria, alle pendici di Pizzofalcone, venne adibita a paggeria dai militari. Successivamente, chiarito l’equivoco, fu ripristinato ed ebbe quale nuova sede il soppresso monastero delle monache di S. Caterina da Siena. Nel 1862, venne inglobato nella giurisdizione del Ministero dell’Interno in quanto Opera di Assistenza per l'educazione delle orfane spagnole. Dopo il secondo conflitto mondiale, l’Ente passò sotto la gestione delle suore Salesiane, che vi istituirono un asilo d’infanzia e scuole di primo grado, con l’impegno di alloggiare e prendersi cura delle monache domenicane spagnole superstiti.
La sede originaria, in piazzetta Demetrio Salazar, divenne nel 1882 Museo Artistico Industriale, prendendo il posto del Real Collegio della Marina Borbonica. Attualmente ospita l’Istituto Statale d’Arte Filippo Palizzi.
Il patrimonio della Soledad è posto sotto il controllo della Prefettura di Napoli, in quanto Opera Pia. Il suo antico Archivio, riordinato in maniera organica ad opera della Soprintendenza ai Beni Archivistici della Campania, ha trovato la sua sede nel convento di S. Caterina: la sua documentazione spazia dal 1580 al 1890.
La chiesa del conservatorio costituisce oggi l’auditorium del Centro di Musica Antica Pietà dei Turchini (dal colore dell’abito dei fanciulli che vi venivano ospitati).
a.v.
📍Quartiere: San Ferdinando, Via Solitaria
☨ Tipologia: Conservatorio per orfani di militari spagnoli
📅 Data di fondazione: 1589
⛪ Regola monastica: Domenicana
👥 Fondatori: Pietro Trigoso e Luigi Enriquez
👑 Presenze nobiliari: Famiglie spagnole
Fonti
- ASDN, Visite pastorali, XVI [Regole di S. Maria della Soledad]
- Damiani - R. Astarita - M. Mazza, L’Archivio storico del Real Conservatorio della Solitaria, Napoli 2015.
- Araldo, Cronica, p. 206
- D’Aloe, Catalogo, pp. 678-679
- Celano, Notizie, Volume 4, p. 587
- Chiarini, Aggiunzioni, Giornata V, pp. 1431-32
- De Lellis, Aggiunta, Vol. IV, ff. 131-136
- Galante, Guida, Giornata XI, p. 379
Bibliografia
- Boccadamo Giuliana, Un “palombaro di palombe sante”. Squarci di vita quotidiana nei conservatori femminili napoletani sul finire del Cinquecento, in Munera Parva, a cura di Gennaro Luongo, II, Napoli 1999 pp. 277-315.
- Boccadamo Giuliana, Un “palombaro di palombe sante”. Squarci di via quotidiana nei conservatori femminili napoletani sul finire del Cinquecento, in Munera parva, a cura di G. Luongo, II, Napoli 1999, pp. 277-315;
- Valerio Adriana, I luoghi della memoria, I, Istituti religiosi femminili a Napoli dal IV al XVI secolo, Napoli 2006, pp. 241-245;
- Rocca Giancarlo (a cura di), Dizionario dei semireligiosi e semireligiose in Italia dal concilio di Trento sino agli inizi del Novecento, promosso dalla Associazione dei professori di storia della Chiesa in Italia. (le voci relative agli istituti napoletani sono curate da Rosanna Esposito)