Santa Maria della Provvidenza
detta dei Miracoli
In Largo dei Miracoli venne eretto nel 1675 il monastero di S. Maria della Provvidenza per volontà del napoletano Giovanni Camillo Cacace (+1656), Reggente della Cancelleria e Presidente della Regia Camera. Uomo devoto e caritatevole, Cacace aveva disposto nelle sue volontà testamentarie l’edificazione di un monastero riservato a fanciulle di buona famiglia versanti in difficoltà economiche, che avrebbero dovuto osservare la Regola del Terz’Ordine francescano redatta da santa Elisabetta. Per questo destinò in'ingente somma per la costruzione del complesso, nominando esecutori testamentari i Governatori del Pio Monte della Misericordia (fondato nel 1602 con l’intento di raccogliere lasciti e donazioni di benefattori da destinarsi all’assistenza degli strati sociali più deboli). Doveva accogliere ragazze di nobile retaggio rifiutate da altri prestigiosi conventi perché non in grado di portare cospicue doti.
L’Istituto sorse sull’area del preesistente monastero dei Missionari Conventuali Riformati dedicato a S. Maria dei Miracoli, abbandonato nel 1626 e acquistato nel 1661 dai Governatori del Pio Monte. A partire dal 1662 il fabbricato fu ampliato e ristrutturato per essere ultimato, tra molte difficoltà, soltanto nel 1675 secondo il progetto di Francesco Antonio Picchiatti, affiancato da Domenico Tango e Cosimo Fanzago. Il vecchio chiostro francescano fu assegnato alle novizie, uno nuovo fu destinato alle monache; su due lati del chiostro furono costruiti tre ordini di dormitori, sul terzo l’infermeria, sul quarto una terrazza rivolta verso il mare.
L’8 luglio 1675 il monastero venne ufficialmente eretto con Breve di papa Alessandro VII e posto sotto la giurisdizione dell’arcivescovo di Napoli; il 16 luglio vi entrarono tre monache provenienti dal monastero della SS. Trinità. Maria Agnese Caracciolo, sorella del cardinale Innico Caracciolo, fu la prima badessa, assumendo il titolo di Madre Guardiana. A lei si devono i lavori di decorazione del monastero, con l’intervento dei maggiori artisti del tempo.
L’opulenza del monastero fu tale da consentire alle monache, sul finire del '700, di fare del preesistente orto posto di fronte alla chiesa un vero e proprio Largo, successivamente sistemato con l’inserzione di una scalinata laterale.
Real Casa Carolina
Soppresso nel 1808, le monache furono trasferite nel monastero di S. Antonio fuori Port’Alba, mentre l’edificio rimase inutilizzato fino al 1813, anno in cui venne destinato ad accogliere la Real Casa Carolina, Istituto di educazione riservato alle figlie degli alti funzionari statali, la cui conduzione era affidata a cinque dame di scelta regia. Carolina Bonaparte, con Statuto del 1814, pose sotto la sua personale cura l’Istituto, controllandone l’insegnamento, l’ordine interno e l’amministrazione; portò il numero delle alunne da cento a duecento, delle quali alla metà era richiesto il versamento di una retta annua di 200 ducati, mentre all’altra, considerata a piazza franca (ossia a titolo gratuito), soltanto il versamento una tantum di 100 ducati all’atto di ammissione, somma che sarebbe stata reimpiegata per fornire loroe una dote.
Le allieve vestivano solitamente in nero, mentre di domenica indossavano un abito in percal bianco. Erano divise in cinque classi, contraddistinte dal colore delle cinture (bianco, rosso, blu, arancione, verde). Le alunne della Classe Bianca accompagnavano la regina durante le sue visite e aiutavano le istitutrici. La Direttrice era coadiuvata da tre dame dignitarie (Tesoriera, Economa e Depositaria), oltre che da un Consiglio di Amministrazione formato da tre delle dieci istitutrici scelte dalla regina e da due alunne della Classe Bianca, queste ultime senza diritto di voto.
Con il ritorno dei Borbone, il nome dell’Educandato fu mutato in Real Casa dei Miracoli e passò alle dipendenze del Ministero degli Interni. Dopo l’Unità d’Italia, l’intitolazione venne nuovamente cambiata in Maria Clotilde di Savoia e l’Istituto fu posto nel 1866, sotto la giurisdizione del Ministero della Pubblica Istruzione in quanto Educandato Femminile, mentre i posti semigratuiti furono riservati «alle fanciulle di scarsa fortuna e i cui parenti abbiano reso notevoli servigi allo stato».
L’Educandato, la biblioteca e il teatro sono attualmente chiusi al pubblico. Parte dell’edificio ospita oggi il Liceo Scientifico Vincenzo Cuoco, il cui corpo docente è da anni impegnato nella rivalutazione ambientale del sito.
a.v.
📍Quartiere: San Carlo all'Arena, Largo Miracoli, 35
☨ Tipologia: Monastero francescano ed educandato
📅 Data di fondazione: 1675
⛪ Regola monastica: Francescana (Regola di S. Elisabetta)
👤 Fondatore: Giovanni Camillo Cacace
Fonti
- ASDN, Vicario delle Monache, ff. 401-411 (Esplorazioni 1-424; Badesse 1-46; Miscellanea)
- ASDN, Vicario delle Monache, Visite ai Monasteri, 471(28
- ASN, Monasteri Soppressi, 3914-3983; in 6581(4
- ASN Ministero degli Interni, I Inventario, 946,947,953,955; II Inventario, 2304
- ASN, Ministero Pubblica Istruzione 112/2, Statuto e Regolamento Generale della Real Casa Carolina
- D’Aloe, Catalogo, p. 678
- De Lellis, Aggiunta, Vol. V, ff. 97-99
- Celano, Notizie, Giornata VII, pp. 1733-1737
- Chiarini, Aggiunzioni, Introd., p. 54; Giornata VII, pp. 1918-1921
- Galante, Guida, Giornata XIV, p. 437
Bibliografia
- Statuto della Reale Casa di Educazione delle Donzelle ben nate, Napoli 1818.
- Statuto del Primo Educandato Regina Isabella di Borbone, Napoli 1829.
- Pio Monte della Misericordia, Regolamento interno del pio Monte della Misericordia, Confidenza Dato ed Ospizio ed Asilo di S. Maria della Provvidenza, Napoli 1902.
- Bulifon Antonio, Giornale di Napoli dal 1547 al 1706, a cura di Nino Cortese, Napoli 1932, p. 207.
- Sigismondo Giuseppe, Descrizione della città di Napoli e del suo contorno, III, Napoli 1789, pp. 34-36.
- Rega Giuseppe, Relazione sui tre Reali Educandati Femminili in Napoli, Napoli 1890.
- Padiglione Carlo, La Chiesa di S. Maria della Salute ed il ritiro di S. M. della Provvidenza, Napoli 1895.
- Ceci Giuseppe, I Reali Educandati Femminili di Napoli, Napoli 1900.
- Nappi Edoardo, La Chiesa di S. Maria dei Miracoli, in Napoli Nobilissima, 21 (1982), pp. 196-218.
- Nicolella Dario, I cento chiostri di Napoli, Napoli 1986, p. 129.
- Ricciardi E., Il Monastero dei Miracoli in Napoli, una descrizione ottocentesca, in Campania Sacra, 26 (1995), 353-378.
- Sicca Pupa Amalia, “Non hauendo a Dio piaciuto”. Note su un monastero napoletano del ‘600: Santa Maria della Provvidenza ai Miracoli, Napoli 2002.
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- Valerio Adriana, I luoghi della memoria, II, Istituti religiosi femminili a Napoli dal 1600 al 1861, Napoli 2007, pp. 285-293.