Santa Fede al Pallonetto di S. Chiara
Nel 1617 alcuni iscritti alla Confraternita dei Comunicanti davano vita al Monte della Santa Fede, un’opera assistenziale che doveva servire ad accogliere le donne cosiddette pericolate e pericolanti: «fondare una casa per ricovero di quelle donne le quali si levano dalle occasioni e pericolo di peccato e procurare il loro sollievo ed il bene delle loro anime in quella miglior maniera che ai governatori parrà».
Acquistato nel rione del Pallonetto a S. Chiara un palazzo di proprietà della famiglia Algiotto, nasceva, così, nel 1655 il Conservatorio di oblate, come Oratorio di Correzione o ritiro penitenziale femminile che, con il passare degli anni, accolse non soltanto le pericolate e le pericolanti, ma anche mogli in disaccordo con i mariti, donne nubili e vedove in dissenso con i parenti.
Nel 1766 i Governatori restrinsero le maglie inasprendo i criteri di accettazione delle ospiti. Erano previste vere e proprie indagini sulla moralità delle postulanti: quelle che fossero incinte o di condizione abietta venivano rifiutate, mentre si fissava tra i 12 e i 25 anni l’età minima e massima per l’accettazione. Le Oblate all’inizio vestivano l’abito dei gesuiti, sostituito poi da quello della Vergine Addolorata. Fino al 1806 vivevano in comunità e venivano seguite da una oblata che rivestiva il compito di maestra. Le ragazze povere entrate nel Conservatorio, divenute adulte, o si sposavano o indossavano l’abito religioso.
Col tempo l’Istituto assunse il carattere misto di comunità religiosa, di Ricovero per orfane e donne pericolanti, di Educandato e di Opera Pia Dotale.
Nel 1832 vi erano 3 classi di insegnamento: nelle prime due si insegnavano, oltre la morale e le arti donnesche, anche leggere, scrivere, aritmetica, geografia, storia, mitologia, lingua italiana e francese; nella terza anche la musica.
Nello Statuto approvato il 6 novembre 1872 si stabiliva di accogliere, educare, istruire ragazze sia gratuitamente che a pagamento, queste ultime essenziali per il mantenimento finanziario dell’Opera. Con il venir meno delle oblate, gli iniziali sette posti gratuiti sarebbero arrivati a venti.
Da marzo 2015, dopo anni di chiusura e oblio, il complesso è stato recuperato e riaperto usato come luogo di arte contemporanea.
a.v.
📍Quartiere: Porto, Via S. Giovanni Maggiore Pignatelli, 2
☨ Tipologia: Conservatorio di correzione per pericolate e pericolanti
📅 Data di fondazione: 1616
👤 Fondatore: Confraternita dei comunicanti
Fonti
- Chiarini, Aggiunzioni, Giornata IV, p. 1310 (S. Maria della Fede)
- Stato delle Opere Pie di Napoli al 1861, n. 33
Bibliografia
- Nobile Gaetano, Descrizione della città di Napoli, II, Napoli 1857, pp. 573-574.
- Filangieri Ravaschieri Fieschi Teresa, Storia della carità napoletana, IV, Napoli 1879, pp. 99-101.
- De Simone Giuseppe, Sul riordinamento delle opere pie nella città di Napoli dopo l’Unità, Napoli 1880, pp. 330-331.
- Vecchione Ernesto - Genovese Enrico, Le istituzioni di beneficenza nella città di Napoli, Napoli 1908, pp. 198-199.
- Rocca Giancarlo (a cura di), Dizionario dei semireligiosi e semireligiose in Italia dal concilio di Trento sino agli inizi del Novecento, promosso dalla Associazione dei professori di storia della Chiesa in Italia. (le voci relative agli istituti napoletani sono curate da Rosanna Esposito)