S. Raffaele e S. Margherita da Cortona

Le origini
Nel 1734 un certo numero di prostitute, in seguito a una Pia Missione, decise di vivere in penitenza. Con le elemosine raccolte fu comprata una casa all’Infrascata, ma questa risultò nel tempo angusta per l'alto numero di donne, cosicché nel 1754 fu edificato una ampio edificio nella zona Materdei, grazie all’intervento del cardinale Antonino Sersale (1754-1775). Accanto fu costruita la chiesa di S. Raffaele, la prima ad essere intitolata all’arcangelo e, proprio perché dedicato all’accoglienza di prostitute pentite, si decise di intitolare il Ritiro anche a santa Margherita da Cortona (1247-1297), la cui vicenda umana ben si accostava alla condizione delle ricoverate nel Ritiro e alla missione che i fondatori si erano prefissati.

Il cardinale Sersale offrì emolumenti sostanziosi con i quali si poterono acquistare case e giardini e ben presto alle donne ospiti nel Ritiro furono affiancate le Oblate di S. Raffaele, religiose, aggregata all’Ordine dei Servi di Maria, dedite alla preghiera e mantenute dalla carità dei fedeli.

Eretto ad Ente Morale nel 1792, il Ritiro mantenne la sua funzione di riabilitazione delle pentite, con severe regole di accoglienza. Si raccomandava alle ragazze di non coltivare «segrete amicizie o cattive corrispondenze», e su di loro si esercitava uno stretto controllo non solo sull’abbigliamento ma anche sul corpo. Erano previste severe restrizioni nel reclutamento: non si accettavano ragazze vergini a rischio di cadere nella prostituzione e il canonico Michele Lignola, uno dei più attivi sostenitori dell’Opera, rifiutò due prostitute maritate, perché il regolamento prevedeva solo pubbliche meretrici, escluse le maritate e le ragazze illibate.

L’Asilo Lignola
Fu allora che lo stesso Lignola  affiancò al Ritiro un’altra istituzione, disponendo nel 1794 un beneficio per la creazione dell’Asilo Lignola, una scuola esterna destinata alle parenti oneste delle meretrici pentite ospitate nel Ritiro. L’istituzione dell’Asilo cambiò in qualche modo il fine dell’istituzione che, secondo il nuovo Statuto del 1873, aveva il triplice scopo di accogliere ed educare ragazze cadute o in pericolo di cadere, parenti povere delle prostitute pentite, ragazze povere non residenti nella zona Materdei. Oltre alle ricoverate e alle Oblate v’erano - come in tanti altri istituti del tempo - le cosiddette pernottanti, povere donne che, dietro il pagamento di un canone, potevano dormire nelle camerate.

L’Istituto conobbe più volte momenti di difficoltà economica, tanto da costringere le oblate e le alunne a provvedere al proprio mantenimento attraverso i lavori di cucito e di ricamo e a contentarsi dell’esiguo assegno di 42 centesimi al giorno. Nel 1832 si stabilì che nel Ritiro si era ammessi portando il letto e la biancheria, e che per ogni altro bisogno occorreva provvedere a proprie spese.

Dopo la soppressione del 1861, il Ritiro rimase ancora in vita qualche anno finché non fu considerato ente inutile alla fine dell'Ottocento

Nel 1973 i locali del Ritiro vennero donati al Comune di Napoli, che li destinò ad uso scolastico. Attualmente l’edificio è chiuso e pericolante.

a.v.

Fotografie di Massimo Velo


📍Quartiere: Avvocata, Via Amato di Montecassino

 ☨  Tipologia: Ritiro o Ospizio di pietà per donne pentite

📅 Data di fondazione: 1743

⛪ Regola monastica: Servita

👤 Fondatore: P. Francesco Pepe

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