S. Maria Visitapoveri
Sulla piazza della Dogana, nei pressi dell’attuale via Depretis, vennero eretti, tra il 1601 ed il 1604, una chiesa ed un nuovo Conservatorio in onore di un'immagine prodigiosa della Vergine, chiamata S. Maria Visitapoveri, come la Congrega già attiva nella parrocchia di S. Arcangelo degli Armieri.
Il Conservatorio era destinato alle ragazze povere a rischio di cadere nella prostituzione. Le fanciulle ospitate vestivano l’abito di san Francesco di Paola e non avevano alcun obbligo in merito alla professione di fede o a vivere secondo le regole monastiche: erano libere di maritarsi, di prendere i voti o di restare.
Per quanto concerne il fondatore o i fondatori del complesso, diverse sono le notizie riportate dalle principali fonti. Il merito della fondazione sarebbe da attribuirsi alle premure del cardinal Carlo Carafa ed alle munifiche sovvenzioni elargite dal benefattore Giuseppe Bernallo.
Durante la temperie dei moti popolari scatenati dai cannoneggiamenti effettuati dalla batteria di Castelnuovo sulle abitazioni della gente in rivolta, il Conservatorio venne distrutto e le ragazze furono costrette a trasferirsi momentaneamente presso altre abitazioni di proprietà dello stesso Bernallo, nella zona della Pignasecca, per poi far ritorno alla sede primitiva una volta che questa fu restaurata assieme alla chiesa.
L'istituto da Conservatorio fu trasformato in convento con regola agostiniana. Nelle regole approvate il 12 gennaio 1724 si stabiliva che era vietata la monacazione con voti semplici; che le recluse dovevano avere un’età compresa tra i 12 e i 25 anni; che le orfane erano ricevute con preferenza se povere e che le pentite dovevano essere sempre escluse. Si stabiliva inoltre che le recluse che si rendevano inabili al lavoro dovevano essere trasferite negli stabilimenti per anziane e dovevano essere rimpiazzate; che dovevano imparare l’aritmetica elementare, a leggere, a scrivere e ad apprendere uno strumento musicale.
Nel 1808 la struttura venne trasformata in abitazioni private e la chiesa adibita ad uso profano. Alle ragazze non restò che trasferirsi presso il già abolito monastero della Maddalena Maggiore. Dopo l’Unità d’Italia, nell’agosto del 1872, nel monastero sorse un collegio educativo per rsgszze povere. Nella parte interna del luogo si affittavano camere e quartini a persone che amavano far vita ritirata. Si accoglievano anche, a pagamento, ragazze che per qualche ragione non potevano più vivere in famiglia.
Attualmente non resta traccia alcuna del complesso, abbattuto durante i lavori del Risanamento.
a.v.
📍Quartiere: Porto, Strada di Porto (Via de Gasperi)
☨ Tipologia: Conservatorio per povere a rischio di prostituzione
📅 Data di fondazione: 1604, Sopp. 1808
⛪ Regola monastica: Francescana
👥 Fondatori: Decio Bernalli e la Congrega di S. Maria Visitapoveri
Fonti
- ASDN, Vicario delle Monache, f. 454 (Miscellanea)
- ASN, Ministero dell’Interno, II Inventario, f. 2293
- D’Engenio, Napoli Sacra, pp. 472-475
- D’Aloe, Catalogo, pp. 674-675
- De Lellis, Aggiunta, Vol. III, f. 320
- De Magistris, Status Rerum, ff. 430-431, n. 293
- Celano, Notizie, Giornata IV, pp. 1268-1270, Giornata VI, p. 1621
- Chiarini, Aggiunzioni, Giornata III, p. 1186-1188
- Galante, Guida, Giornata VIII, pp. 325-326
- Stato delle Opere Pie di Napoli al 1861, n. 31
Bibliografia
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- Staffa Scipione, Del riordinamento degli stabilimenti di beneficenza nella città di Napoli, Napoli 1867, p. 60.
- Filangieri Ravaschieri Fieschi Teresa, Storia della carità napoletana, IV, Napoli 1879, pp. 255-263.
- De Simone Giuseppe, Sul riordinamento delle opere pie nella città di Napoli dopo l’Unità, Napoli 1880, pp. 239-240.
- Vecchione Ernesto - Genovese Enrico, Le istituzioni di beneficenza nella città di Napoli, Napoli 1908, pp. 178-180.
- Guidi Laura, Onore e status femminile negli istituti di reclusione napoletani dell’Ottocento, in Quaderni 2 (1988), n. s., n. 1, pp. 170-189
- Guidi Laura, L’onore in pericolo. Carità e reclusione nell’Ottocento napoletano, Napoli 1991, pp. 23-39;
- Valerio Adriana, I della memoria, II, Istituti religiosi femminili a Napoli dal 1600 al 1861, Napoli 2007, pp. 387-391
- Boccadamo Giuliana, Monache di conservatorio, bizzoche e romiti a Napoli fra XVII e XIX secolo, in Chiesa e Storia 6-7 (2016-2017), p. 133
- Boccadamo Giuliana, I conservatori femminili a Napoli e nel Regno nella prima metà dell'ottocento. Persistenza e innovazione, in L'istruzione in Italia tra sette e ottocento. Da Milano a Napoli: casi regionali e tendenze nazionali, I, a cura di A. Bianchi, Brescia 2012, p. 823.
- Rocca Giancarlo (a cura di), Dizionario dei semireligiosi e semireligiose in Italia dal concilio di Trento sino agli inizi del Novecento, promosso dalla Associazione dei professori di storia della Chiesa in Italia. (le voci relative agli istituti napoletani sono curate da Rosanna Esposito)