S. Maria Maddalena della Penitenza a Pontecorvo
Lungo la salita Pontecorvo si trova un edificio che, verso il 1605, fu destinato ad accogliere giovani donne in stato di necessità grazie al sostegno economico del sacerdote Giovanni d’Andrea de Sarno. Fondata dalla Congregazione del Monte dei Poveri Vergognosi, la nuova istituzione trovò la sua sede presso il palazzo Turboli, appositamente acquistato.
Le vicende dell’Istituto non furono facili, basti ricordare gli esiti della Visita Pastorale effettuata nel 1607 dal cardinale Ottavio Acquaviva, nel corso della quale si rilevò, oltre che l’irregolarità delle finestre, un uso smodato delle cucine personali delle monache, famose in città per la confezione di pasta reale o marzapani.
Nel 1712 si registra un’annosa controversia con il vicino monastero di S. Francesco delle Cappuccinelle, separato dal primo dalla strada. Le monache di S. Maria Maddalena recriminavano che l’altezza della cupola delle Cappuccinelle avrebbe impedito loro di vedere il mare, nonché di ricevere a sufficienza la luce del sole. La questione venne portata addirittura nelle aule di giustizia e il tribunale dispose che si raggiungesse un compromesso in base al quale l’altezza della cupola sarebbe stata ridotta dai 50 palmi previsti dal Nauclerio a 34; lo stesso architetto si sarebbe impegnato poi a costruire il campanile sul corpo di fabbrica del monastero e non sulla chiesa, per consentire la conservazione della vista del belvedere della Maddalena.
L'Istituto ebbe vita lunga se pensiamo che, ancora nel 1859, era in piena attività e riusciva ad ospitare parecchie ragazze bisognose che, oltre alle incombenze quotidianamente svolte per la manutenzione della Casa, raccoglievano fondi con la lavorazione di fiori in seta e lavori di merletto.
Nel 1861 troviamo l’Istituto registrato come appartenente all’ospedale degli Incurabili, con il quale aveva in comune l’amministrazione, il patrimonio e la gestione delle spese. All'ospedale si chiedeva di dare un pane al giorno per le ragazze: la fame dilagante costringeva sempre più donne a simulare lo stato di infermità e di accedere al Conservatorio. Questo, non potendo più sostenersi, venne però soppresso nel 1888.
Il tempo ha cancellato ogni traccia dell'edificio. Attualmente è occupato in parte da abitazioni civili ed in parte dai locali dell’Istituto tecnico Commerciale «A. Serra».
a.v.
📍Quartiere: Avvocata, Piazza Gesù e Maria, 25
☨ Tipologia: Conservatorio per povere vergognose
📅 Data di fondazione: 1605
⛪ Regola monastica: Agostiniana
👤 Fondatore: Congregazione Monte dei Poveri Vergognosi
Fonti
- ASDN, Liber Visitationum Monialium, I (Ascanio Filomarino), f. 100
- ASN, Corporazioni Monasteri soppressi, 2507, 4540-4581
- BNN, Ms XI E 29, ff. 44, 149
- BNN, Brancacciano II F 5, ff. 83-86.
- Chiarini, Aggiunzioni, Giornata VI, p. 1678
- Galante, Guida, Giornata XII, p. 408
- Statistica delle Opere Pie di Napoli al 1861, n. 36
Bibliografia
- Sigismondo Giuseppe, Descrizione della città di Napoli e del suo contorno, III, Napoli 1789, p. 119.
- Conte Carlo, Gli stabilimenti di beneficenza di Napoli, Napoli 1884, pp. 15-16.
- Strazzullo Franco, Edilizia e urbanistica a Napoli dal ‘500 al ‘700, Napoli 1945, pp. 225-226.
- Cantone Gaetana, I Conservatori dell’Imbrecciata di Gesù e Maria, in Napoli Nobilissima, 7 (1968), pp. 204-218.
- Ruotolo Renato, Conservatorio di Santa Maria Maddalena a Pontecorvo, in Napoli Sacra, XIII Itinerario, Napoli 1996, p. 776.
- Rocca Giancarlo (a cura di), Dizionario dei semireligiosi e semireligiose in Italia dal concilio di Trento sino agli inizi del Novecento, promosso dalla Associazione dei professori di storia della Chiesa in Italia. (le voci relative agli istituti napoletani sono curate da Rosanna Esposito)