S. Maria di Regina Coeli

Desiderose di vivere in più stretta osservanza, Caterina Mariconda, Margherita d’Aragona, Lucrezia e Aurelia Oliviero, monache in S. Maria di Agnone, decisero nel 1518 di abbandonare quel monastero e di fondarne un altro la cui prima sede fu uno stabile in S. Maria a Piazza. Nel 1519 si unirono a loro Francesca Gambacorta, nobildonna di santa vita che divenne badessa della nuova Casa religiosa improntata all’osservanza della Regola dei Canonici di sant’Agostino.  Gambacorta, che a buon diritto, potrebbe essere considerata la fondatrice, seppe impostare così bene la vita spirituale del monastero da far diventare Regina Coeli il luogo prediletto della nobiltà napoletana per la monacazione e l’educazione delle figlie. Già nel 1533 si rese dunque necessario un primo trasferimento del monastero in una sede più ampia e fu scelto il palazzo Montorio al vico Carboni.

Distrutto quasi interamente a causa del terremoto del 1534, l’edificio, grazie alla pietà dei napoletani, fu ricostruito interamente e terminato 1540. L’anno seguente moriva la fondatrice. Un nuovo terremoto ridusse ancora una volta in macerie il luogo nel 1561. Le monache decisero allora di acquistare un altro edificio, il palazzo Montalto, di fronte al monastero di S. Gaudioso, dove si trasferirono nel 1562.

La costruzione della chiesa, il cui progetto si deve all’architetto Francesco Mormando, fu avviata soltanto nel 1590. Nel 1682 venne realizzato il grande chiostro quadripartito, ancor oggi esistente, su progetto di Francesco Antonio Picchiatti.

Le monache, il cui numero oscillava tra le 70 del Cinquecento e le 100 del Seicento, affidate alla direzione spirituale dei Canonici di S. Pietro ad Aram, furono ritenute di buona vita persino nei difficili momenti delle applicazioni delle normative tridentine.

Tra le religiose, che pare fossero provette canterine, va ricordata almeno Camilla Guindazzo, famosa a Napoli fra il 1598 ed il 1604 per la sua voce da soprano. La soavità del suo canto sembra abbia ispirato p. Carlo Carafa, poi fondatore dei Padri Pii Operai, a incamminarsi sulla via del sacerdozio.

Il monastero venne soppresso nel 1808. Nel 1812 le monache vennero trasferite nel monastero di Gesù e Maria mentre, al loro posto, venivano collocate le Suore della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli, fondate dalla francese Giovanna Antida Thouret, che prestarono servizio sanitario in diverse strutture napoletane e, soprattutto, presso l’ospedale degli Incurabili, con il quale il monastero era collegato attraverso una porta.

La chiesa, da molti ritenuta una delle più belle di Napoli, si distingue per l’armonia delle proporzioni. Tantissime le opere d’arte presenti nell’interno, tutto adorno di marmi, che ospita sul soffitto lavori di Massimo Stanzione e di Luca Giordano. Da segnalare l’imponente chiostro cinquecentesco con lussureggiante giardino e pergolato e la farmacia storica.

a.v.

Fotografie di Massimo Velo


📍Quartiere: San Lorenzo, Vico S. Gaudioso, 2

☨  Tipologia: Monastero di Canonichesse Lateranensi

📅 Data di fondazione: 1518, Sopp. 1807

⛪ Regola monastica: Canonichesse Lateranensi

👩🏻 Fondatrici: Lucrezia ed Aurelia Olivieri, Caterina Mariconda, Margherita (donzella di Isabella d’Aragona)

Dal 1810 Convitto suore della Carità di S. Vincenzo  de’ Paoli (Giovanna Antida de Thouret)

condividi su