S. Maria della Purità dei Notari
Situato nell’attuale via Salvator Rosa, il Conservatorio fu fondato per volontà di Aniello Capestrice che, nel suo testamento datato 1 maggio 1636, aveva destinato i propri averi all’istituzione e al mantenimento di un istituto da porre sotto la protezione della Vergine della Purità. Lui stesso aveva provveduto a dettarne la Regola di vita, specificando che avrebbe dovuto ospitare sette ragazze orfane di notai napoletani. Per le ammissioni si procedeva per sorteggio; l’età prevista era tra gli 8 e i 13 anni e le ragazze potevano restare fino al compimento del ventunesimo anno di età. Il Capestrice provvide anche ad affidare la guida a una maestra timorata di Dio, la direzione spirituale ai padri Teatini di S. Paolo e l’amministrazione a tre notai napoletani esercenti, di età non inferiore ai 40 anni.
Nel 1718 Anna Fedele e i suoi figli Gaetano, Domenico, Antonio e Giuseppe Porzio donarono al Conservatorio una chiesa e una casa con giardino che permise di accogliere un numero maggiore di ragazze.
Nel 1809 l’Istituto diventò Ente Morale.
a.v.
📍Quartiere: Avvocata, Via Salvator Rosa, 193
☨ Tipologia: Conservatorio per ragazze orfane di notai
📅 Data di fondazione: 1636
⛪ Regola monastica: Teatina
👤 Fondatore: Aniello Capestrice
Fonti
- ASDN, Vicario delle Monache, f. 459 (Miscellanea)
- Chiarini, Aggiunzioni, Giornata VI, p. 1673
- Galante, Guida, Giornata XII, p. 410
- Stato delle Opere Pie di Napoli al 1861, n. 42
Bibliografia
- Sigismondo Giuseppe, Descrizione della città di Napoli e del suo contorno, III, Napoli 1789, pp. 99-100.
- Staffa Scipione, Del riordinamento degli stabilimenti di beneficenza nella città di Napoli, Napoli 1867, p. 58.
- Filangieri Ravaschieri Fieschi Teresa, Storia della carità napoletana, IV, Napoli 1879, pp. 111-114.
- De Simone Giuseppe, Sul riordinamento delle opere pie nella città di Napoli dopo l’Unità, Napoli 1880, p. 332.
- Conte Carlo, Gli stabilimenti di beneficenza di Napoli, Napoli 1884, p. 12.
- Vecchione Ernesto - Genovese Enrico, Le istituzioni di beneficenza nella città di Napoli, Napoli 1908, pp. 212-214.
- Capano Francesca, Santa Maria della Purità dei Notari, in Napoli Sacra, XIII Itinerario, Napoli 1996, pp. 786-787.
- Guidi Laura, L’onore in Carità e reclusione nell'Ottocento napoletano, Napoli 1991, pp. 23-39
- Valenzi Lucia, Poveri, ospizi e potere a Napoli (XVIII-XIX sec.), Milano 1995, pp. 23-40
- Valerio Adriana, I luoghi della memoria, II, Istituti religiosi femminili a Napoli dal 1600 al 1861, Napoli 2007, pp. 317-321
- Boccadamo Giuliana, Monache di conservatorio, bizzoche e romiti a Napoli fra XVII e XIX secolo, in Chiesa e Storia 6-7 (2016-2017) p. 121.
- Rocca Giancarlo (a cura di), Dizionario dei semireligiosi e semireligiose in Italia dal concilio di Trento sino agli inizi del Novecento, promosso dalla Associazione dei professori di storia della Chiesa in Italia. (le voci relative agli istituti napoletani sono curate da Rosanna Esposito)