S. Maria del Rifugio
Si tratta di un Conservatorio che sorgeva su via dei Tribunali, nei pressi del complesso di S. Maria della Pace. Fu fondato nel 1583 da Costanza del Carretto Doria, principessa di Sulmona, tra le nobildonne più note a Napoli per l’impegno profuso in opere di carità. Fu lei che cominciò ad accogliere le ragazze che avevano subito violenza carnale, figlie di prostitute o donne comunque a rischio e che erano state rifiutate dal Conservatorio Spirito Santo, che all’epoca accoglieva solo «figlie vergini di meretrici». La principessa fu coadiuvata in questo dall’Oratoriano Alessandro Borla, sacerdote piacentino che aveva sottratto alla strada un gran numero di ragazze, alloggiandole in un primo momento nei locali dell’Ospedale degli Incurabili.
Nel 1585 la nobildonna acquistò Palazzo Orsini adattandolo a Conservatorio che prese il nome di S. Maria del Rifugio e dove accolse più di cento ragazze. A parte la generosità personale della fondatrice, il mantenimento di queste dipendeva dalla carità pubblica e dal Monte di Pietà dell’Annunziata, che offriva un contributo fisso. Dopo il 1587, la Compagnia denominata Cinque Piaghe di Nostro Signore si occupò di effettuare regolarmente questue settimanali in tutta la città al fine di sostentare l’Istituto. Nel 1623 i lasciti e le elemosine permettevano di mantenere 130 ragazze e ogni anno ne venivano maritate quattro con buona dote.
Il regolamento del Conservatorio prevedeva una rieducazione delle ragazze, accolte dall’età di 8 anni, al fine di avviarle al matrimonio o all’attività lavorativa (merletti o guanti). Per evitare pericoli di carattere morale, si evitava di collocarle come domestiche presso i governatori del Rifugio che non erano ammogliati e che avevano meno di quarant’anni.
Le ragazze, vestite con abito cappuccino, avevano anche il compito, nel ‘600, di recitare preghiere per i condannati a morte lungo il tragitto finale che li portava al patibolo. Potevano essere accolte donne in pericolo dell’onore, dietro pagamento di 5 ducati al mese, e alla fine del ’700 anche donne maritate e divise dai mariti.
Con il ritorno dei Borbone, ricostituiti gli ordini religiosi, le Oblate che dimoravano nell’Istituto ne mutarono lo spirito trasformandolo in convento. Dopo il 1815 nella casa furono accolte solo Oblate corali e giovanette chiamate figliole dell’opera che aspiravano all’oblatismo.
Nella relazione del 1832 del conte Spinelli si legge che il Conservatorio, che doveva accogliere solo ragazze non più vergini, ora accoglieva anche orfane oneste di varie estrazioni sociali: figlie di impiegati, locandieri, negozianti e salassatori.
Salvatore di Giacomo ricorderà le monache di S. Maria del Rifugio nei sonetti della raccolta Zì munacella (1888).
Dopo l'Unità d'Italia, l'Istituto, dopo essere stato affidato per un breve periodo alle Figlie di sant'Anna per l'educazione di ragazze pericolate dai 10 ai 15 anni, dal 2007, ospita le Maestre Pie Venerini.
Dell’edificio rimase il portale di marmo, di gusto rinascimentale, recante lo stemma degli Orsini, mentre, per volontà della fondatrice, l’atrio del palazzo fu trasformato in chiesa la cui sagrestia conserva un lavabo realizzato nel 1616 da Cosimo Fanzago.
a.v.
📍Quartiere: Vicaria, Via dei Tribunali, 188
☨ Tipologia: Conservatorio per ragazze vittime di violenza
📅 Data di fondazione: 1583
⛪ Regola monastica: Francescana
👩🏻 Fondatrice: Costanza del Carretto Doria, principessa di Sulmona
Fonti
- ASDN, Visite Pastorali, XIV, XXI
- ASDN, Vicario delle Monache, 450 (Miscellanea [secc. XVIII-XIX]
- BNN, Fondo S. Martino, Capitoli della Casa del Rifugio
- Araldo, Cronica, pp. 230-232. 247. 269
- Araldo, Repertorio, p. 164
- D’Engenio, Napoli Sacra, pp. 146-147
- Celano, Notizie, Vol. 1, Giornata I, p. 220
- Chiarini, Aggiunzioni, Vol. 2, Giornata I, pp. 433-434
- Galante, Guida, Giornata I, p. 40
- Stato delle Opere Pie di Napoli (1861), n. 27
- Le nuove regole del Real Conservatorio di Santa Maria del Rifugio, Napoli [1683].
- Regolamento della Casa del Rifugio: in Vitale Giuliana, Ricerche sulla vita religiosa e caritativa a Napoli tra medioevo ed età moderna, in «Archivio storico per le province napoletane» 85/86 (1968-69), pp. 265-272.
Bibliografia
- Ruotolo Renato, Maria del Rifugio, in Napoli Sacra, I Itinerario, Napoli 1993, pp. 41-42.
- Ravaschieri Flangieri Fieschi Teresa, Storia della carità napoletana, IV, Napoli 1879, pp. 121-129;
- Guidi Laura, Onore e status femminile negli istituti di reclusione napoletani dell’Ottocento, in Quaderni 2 (1988), n. s., n. 1, pp. 170-189;
- Guidi Laura, L’onore in pericolo. Carità e reclusione nell’Ottocento napoletano, Napoli 1991, pp. 23-39
- Valenzi, Lucia, Poveri, ospizi e potere a Napoli (XVIII-XIX sec.), Milano 1995, pp. 23-40;
- Boccadamo Giuliana, Un “palombaro di palombe sante”. Squarci di vita quotidiana nei conservatori femminili napoletani sul finire del Cinquecento, in Munera Parva, a cura di Gennaro Luongo, II, Napoli 1999 pp. 277-315.
- Santa Maria del Rifugio: il complesso monumentale e il restauro degli affreschi nella cappella dell’Immacolata, Napoli 2000.
- Rizzo Vincenzo, Il Real Conservatorio e la Casa Santa di S. Maria del Rifugio ai Tribunali(1662-1762), in Istituto Banco di Napoli-Fondazione-Quaderni dell’Archivio Storico, Napoli 2000, pp. 279-316.
- Valerio Adriana, I luoghi della memoria, I, Istituti religiosi femminili a Napoli dal IV al XVI secolo, Napoli 2006, pp. 216-219 (bibl.)
- Boccadamo Giuliana, I conservatori femminili a Napoli e nel Regno nella prima metà dell'ottocento. Persistenza e innovazione, in L'istruzione in Italia tra sette e ottocento. Da Milano a Napoli: casi regionali e tendenze nazionali, I, a cura di A. Bianchi, Brescia 2012, pp. 821 e 823
- Rocca Giancarlo (a cura di), Dizionario dei semireligiosi e semireligiose in Italia dal concilio di Trento sino agli inizi del Novecento, promosso dalla Associazione dei professori di storia della Chiesa in Italia. (le voci relative agli istituti napoletani sono curate da Rosanna Esposito)