S. Maria del Gran Trionfo
Il monastero di S. Maria Avvocata dei Peccatori, fondato agli inizi del '600 dal carmelitano fra’Alessandro Mollo, dopo la soppressione del 1806, fu trasformato nel 1816 in Ritiro per le male donne dal sacerdote Domenico Cutillo e intitolato a S. Maria del Gran Trionfo.
Scopo dell’Opera, popolarmente chiamata Convento delle Pentite, era l’accoglienza e l’istruzione gratuita di giovani prostitute, di donne violentate e di altre desiderose di cambiar vita, che vivevano situazioni irregolari in zone come Loreto e S. Antonio Abate, ormai diventate i luoghi in cui si concentravano le prostitute, costrette a lasciare il centro della città dal decreto emanato nel 1737 dal Ministro Tanucci.
La Regola che disciplinava la vita interna era modellata su quelle monastiche e si fondava sulla spiritualità francescana. Il Ritiro viveva della pubblica carità: quattro ragazze, a turno e in coppia, andavano girando ogni giorno per la città chiedendo elemosine.
Tra le figure significative che operarono, va segnalata la serva di Dio Maria Carolina Onoris, una bizzoca nata a Napoli nel 1805.
In base alla Commissione Spinelli del 1832, l'Istituto era tra i più poveri della città nonostante si insegnasse anche musica vocale e strumentale e ogni reclusa era in grado di suonare uno strumento da corda o da fiato. Nella scuola esterna si insegnavano i soliti lavori femminili, come ricamare, tessere, filare la canapa e confezionare fiori.
Morto padre Cutillo nel 1851, il cardinale Sisto Riario Sforza chiamò le Suore della Carità, fondate da Giovanna Antida Thouret e già attive nell’educandato di Regina Coeli, a dirigere il Ritiro, che nel 1890 sarebbe diventato Istituzione di Pubblica Assistenza e Beneficenza.
Nel 1878 veniva approvato lo Statuto, nel quale si stabiliva che fossero ammesse donne pentite di età tra i 14 e i 40 anni, con una preferenza per le più giovani, le più povere e le orfane. Le donne ammesse nel Conservatorio tra i 14 ed i 30 anni potevano rimanervi solo sette anni; quelle la cui età era compresa tra i 30 e i 40 anni potevano restare cinque anni. In casi del tutto eccezionali si consentiva una proroga di due anni. Erano espulse dall’Istituto tutte quelle donne che si dimostrassero restie a lavorare, poco inclini alla disciplina e alla religione. Lavorare era un obbligo, giacché un terzo dei proventi era utilizzato a beneficio delle ricoverate, mentre la parte restante era «messa a risparmio».
Attualmente l’Opera è retta dalla Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza di don Giovanni Calabria e si occupa dell’aiuto agli emarginati.
Una curiosità
Nel 1925 Libero Bovio, prendendo ispirazione dalla storia di una ragazza ospitata nel Ritiro, scrisse i versi della canzone ‘E PPentite, musicata da Ferdinando Albano e interpretata con successo da Elvira Donnarumma e Gilda Mignonette. La canzone diede anche spunto per la messa in scena di un’opera teatrale interpretata da Titina de Filippo e, nel 1951, per la realizzazione di uno dei più famosi film drammatici dei primi anni ’50, Tormento, interpretato da Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson.
a.v.
Fonti
Parte della documentazione ottocentesca è conservata nell’Archivio attualmente custodito presso l’Istituto e parte in quello del monastero di S. Maria di Regina Coeli.
- ASN, Corporazioni Religiose Soppresse, 3899-3913
- Araldo, Cronica, p. 96; p. 181
- Araldo, Repertorio, p. 184 (S. Maria dell’Avvocata)
- D’Engenio, Napoli Sacra, p. 594
- D’Aloe, Catalogo, p. 683
- Celano, Notizie, Giornata VII, p. 1705, Giornata VII, p. 1955
- Chiarini, Aggiunzioni, Giornata VII, p. 1749, Giornata VII, p. 1990
- Galante, Guida, Giornata XIII, pp. 429-430
- Stato delle Opere Pie in Napoli, n. 63
Bibliografia
- Regolamento interno del Ritiro di S. Maria del Gran Trionfo in via Avvocata a Foria in Napoli, Napoli 1879.
- Filangieri Ravaschieri Fieschi Teresa, Storia della carità napoletana, IV, Napoli 1879 pp. 155-160.
- Illibato Antonio, La visita pastorale del cardinale Sisto Riario Sforza nella diocesi di Napoli (1850-1877), in Campania Sacra 1-2 (1988), p. 193
- Guidi Laura, Onore e status femminile negli istituti di reclusione napoletani dell’Ottocento, in Quaderni 2 (1988), pp. 170-189
- Guidi Laura, L’onore in pericolo. Carità e reclusione femminile nell’ottocento napoletano, Napoli 1991, pp. 23-39 e 166
- Valenzi Lucia, Poveri, ospizi e potere a Napoli (XVIII-XIX sec.), Milano 1995, pp. 23-40
- Valerio Adriana, I luoghi della memoria, II, Istituti religiosi femminili a Napoli dal 1600 al 1861, Napoli 2006, pp. 257-261 (bibl.)
- Boccadamo Giuliana, I conservatori femminili a Napoli e nel Regno nella prima metà dell'ottocento. Persistenze e innovazioni, in L'istruzione in Italia tra sette e ottocento. Da Milano a Napoli: casi regionali e tendenze nazionali, I, a cura di A. Bianchi, Brescia 2012, pp. 827-828
- Fiore Angela, “Non senza scandalo delli convicini”: pratiche musicali nelle istituzioni religiose femminili a Napoli 1650-1750, Berna 2017, pp. 188-189
- Rocca Giancarlo (a cura di), Dizionario dei semireligiosi e semireligiose in Italia dal concilio di Trento sino agli inizi del Novecento, promosso dalla Associazione dei professori di storia della Chiesa in Italia. (le voci relative agli istituti napoletani sono curate da Rosanna Esposito).