S. Gennaro Extra Moenia
SS. Pietro e Gennaro - S. Gennaro dei Poveri
Nel 1468, per volontà del cardinale Oliviero Carafa, la basilica di S. Gennaro fuori le mura, risalente al V secolo, divenuto poi cenobio benedettino, venne trasformato in ospedale e affidato ai rappresentanti del popolo, cui fu concessa l’amministrazione dell’ospedale e della chiesa. L’aspetto più propriamente spirituale venne invece affidato a sei sacerdoti assistiti da due chierici.
L’Ospedale funse da ricovero per le vittime delle numerose epidemie di peste che colpirono Napoli. Tuttavia, le entrate di cui godeva erano utilizzate anche ad altri fini sempre di carattere sociale, quali l’elargizione di doti a ragazze indigenti per consentire loro il matrimonio e la costruzione di nuove case da destinare ai poveri.
Un ulteriore ampliamento della struttura seguì alla peste del 1656 e vide la nascita di un Ospizio per i poveri intitolato ai Ss. Pietro e Gennaro, eretto in segno di riconoscenza per il superamento della pestilenza. Un editto del 14 febbraio 1667 ordinava che ad esso affluissero tutti gli accatoni della città; se ne presentarono circa ottocento e tutti furono distribuiti in vari aqquartieramenti: uno destinato alle vedove, uno alle ragazze, uno alle donne adulte, uno alle coppie coniugate, un altro ad uomini celibi e vedovi e un ultimo a ragazzi.
Fu redatto un nuovo Statuto e venne dato un nuovo ordinamento all’Ospizio. La trasformazione fu consistente: venne ridimensionato il numero delle persone addette al servizio; per le ragazze animate da una più fervente devozione religiosa fu prevista la creazione di un Collegio mentre, per le altre, quella di un Conservatorio; i maschi furono invece raccolti in un seminario dove avevano la possibilità di godere di una istruzione letteraria e musicale.
Nel 1669 l’istituzione venne rifondata, con Breve di Clemente IX, sotto il titolo di S. Gennaro dei Poveri.
Malgrado l’impegno profuso, essa andò incontro ad un lento quanto inesorabile declino a partire dal 1700. Nonostante gli sforzi del cardinale Michele Federico D’Althon, allora viceré, l’Ospedale subì riduzioni nel numero dei ricoverati, smembramenti e la chiusura di intere sezioni. Negli anni della dominazione francese, il sito fu gestito direttamente dalla Pubblica Amministrazione, che pose a capo dell’istituzione un Governatore.
Nel periodo del Decennio esso venne unito all’Ospizio di S. Onofrio, sorto nel 1605 come ricovero per anziani. Nel 1815 passò alle dipendenze del Ministero dell’Interno.
Nel 1818 si introdussero nel settore femminile gli insegnamenti di tessuto, cucito, filato, lettura e scrittura; queste attività tuttavia non risollevarono le sorti economiche del Conservatorio. Si contavano all’incirca 300 ospiti, tra oblate e alunne, che vivevano a spese del Ricovero ricevendo una misera pensione. Le ricoverate si dividevano in pernottanti (aspiranti alle sovvenzioni previste per le oblate), oblate e recluse. Le oblate si mantenevano con il proprio lavoro e con una piccola sovvenzione.
L’Amministrazione del convitto richiedeva che le ragazze da accettare fossero povere, preferibilmente orfane, di età non inferiore ai 5 anni e non maggiore ai 15. A 25 anni, dopo aver ricevuto una istruzione di base, dovevano lasciare l’Ospizio.
A metà '800 il S. Gennaro contava 829 assistiti, di cui 420 maschi e 409 femmine, oltre a numerose oblate.
L’enorme complesso ospedaliero di edifici disposti a corte è oggi ancora un polo sanitario attivo.
a.v.
Fonti
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Bibliografia
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