S. Gaudioso
Basiliano in origine, fondato forse nel V secolo, il monastero era dedicato a S. Gaudioso, vescovo di Bitinia. Solo in seguito abbracciò la Regola benedettina.
Le notizie sulla vita del monastero cominciano ad essere più numerose solo a partire dal XVI secolo, quando, tra il 1536 ed il 1541, vennero ampliate le abitazioni riservate alle monache, e, nel 1581, vennero accolte le benedettine provenienti da S. Maria d’Agnone, che portarono con loro alcune reliquie.
Attorno al 1540 alcune monache, e fra queste le sorelle Isabella e Vittoria di Capua, si erano perfezionate nel cammino spirituale sotto la guida del mistico senese Bonsignore Cacciaguerra, sollecitando anche le altre consorelle ad abbracciare un maggior rigore di vita. Malgrado ciò, nel 1587, S. Gaudioso figurava tra i monasteri bisognosi di riforma come appare nella relazione di Bartolomeo Vadiglia inviata a Sisto V nel 1587: «Questo monasterio ha di bisogno di grandissima riforma per aver molto male nome di uso carnale et principalmente vi sono grate che si può far ogni dissonestà et gli praticano tanti cavalieri, religiosi et preti, che pare piuttosto casa de meretrice che monasterio de religiose». Quattro anni dopo compariva nella lista dei monasteri irriducibili che si opponevano all’accoglienza delle nuove norme sulla clausura. Fu proprio nel 1591 che, a malincuore, le monache, all’epoca 66, dovettero piegarsi ad accettare le nuove disposizioni.
Le religiose, che appartenevano perlopiù alle famiglie Piscicelli, Loffredo, Guindazzo, erano rinomate, al di là delle intemperanze, anche per la loro bravura nel canto (chiamate cantatrici graziose). I contemporanei affermavano che il loro bel cantare in onore di san Gaudioso sembrava provenire non da donne ma da un angelico coro.
Il monastero divenne sede privilegiata per la conservazione di alcuni corpi di santi e beati. Se ne ebbe la riprova allorquando nel 1799, nel momento in cui l’edificio fu saccheggiato e dato alle fiamme essendo sospettato di essere sede dei rivoltosi, le monache (riparate in un primo momento in S. Andrea) si trasferirono in parte alla Sapienza recando con loro i corpi dei santi Evaristo e Prisciano. Altre trovarono accoglienza in Donnaregina, dove portarono le spoglie di santa Fortunata e san Carponio. Le spoglie di san Gaudioso e Compagni vennero invece traslate nella cappella intitolata a S. Susanna nella cattedrale di Napoli.
Nel XIX secolo parte del monastero venne ceduto ai padri Pisani, successivamente espulsi, e parte ospitò il Collegio Cerusico dell'ospedale Incurabili. I chiostri furono abbattuti per far posto alle Cliniche Universitarie.
a.v.
Fonti
- ASDN, Liber Visitationum Monialium, I (Ascanio Filomarino), ff. 78-81v; II (Ascanio Filomarino), ff. 52-56/73; III (Innico Caracciolo), ff. 23-27
- ASDN, Vicario delle Monache, 97-109 (Esplorazioni 1-588 [1588-1798]; Badesse 1-25 [1687-1798]; Miscellanea 107-109)
- ASDN, Vicario delle Monache, Visite ai Monasteri, 471 (2
- ASN, Corporazioni Religiose Soppresse, 5439-41
- BNN, Ms. 11 E 29, ff. 7, 57, 135v
- De Stefano, Descrittione, p. 176
- Araldo, Cronica, pp. 47-48. 294. 301. 319. 323-325
- Araldo, Repertorio, p. 193
- D’Engenio, Napoli Sacra, pp. 195. 197-200. 202
- D’Aloe, Catalogo, pp. 205. 295
- Celano, Notizie, Giornata II, pp. 680. 682. 684
- Chiarini, Aggiunzioni, Giornata I, p. 613
- Galante, Guida, Giornata III, p. 91
Bibliografia
- Filangieri Gaetano, Chiesa e monastero di S. Gaudioso in Napoli, Napoli 1888.
- Capasso Bartolomeo, Topografia della città di Napoli nell’XI secolo, in Archivio Storico per le Province Napoletane, 18 (1892), pp. 866-867.
- De Maio Romeo, Bonsignore Cacciaguerra. Un mistico senese a Napoli nel Cinquecento, Milano-Napoli 1965, pp. 35-50.
- Miele Michele, Sisto V e la riforma dei monasteri femminili di Napoli, in Campania Sacra 21 (1990), pp. 123-204.
- Terminio Armando, Cappella di S. Rosa ex monastero di S. Gaudioso, in Napoli Sacra, III Itinerario, Napoli 1993, pp. 160-162.