S. Gaetano a Foria a Saponara o ai Miracoli detto anche «Pentite di S. Gaetano»
Scarsissime le notizie intorno a questo Ritiro. Fondato da Ottavio Capece, probabilmente nel 1656, si trovava, assieme all’annessa chiesa dedicata a S. Gaetano, nella strada detta «della Saponara» e si reggeva grazie alla pietà popolare.
Verso la metà del ‘600, la Congregazione della Conversione dei peccatori, profondeva molte delle sue energie nel richiamare a conversione le prostitute. Ogni domenica i sacerdoti appartenenti ad essa erano soliti predicare per le strade allo scopo di raggiungere il maggior numero di donne: quelle che accoglievano l’invito a cambiar vita venivano subito trasferite nel cosiddetto Ritiro delle Pentite di S. Gaetano. Con il passare degli anni questo tipo di pastorale andò via via declinando e il Ritiro, seguita dai Teatini, finì con l’accogliere soltanto ragazze senza mezzi di sussistenza e dunque potenzialmente a rischio di cadere nella prostituzione. Tutte percepivano un mensile ed era anche previsto che, anno per anno, si ospitasse un certo numero di ragazze, intorno alla quindicina, a titolo gratuito; al loro mantenimento pensavano alcuni benefattori che si premuravano di versare la relativa retta.
Nel 1832, il Ritiro risultava molto povero: molte donne erano anziane e malate, e quelle che potevano farlo filavano per guadagnarsi qualche cosa. Mangiavano una zuppa e un pane al giorno.
Con lo Statuto del 20 maggio 1871 si prevedeva l’ammissione di prostitute di età tra i 15 e i 30 anni. La scelta delle designate seguiva i criteri della bellezza fisica, della giovinezza e dello stato di orfane. Alle ragazze era consentito restare cinque anni. Impiegate tutte nella lavorazione di tele di lino, per aiutare economicamente l’istituzione, avevano diritto ad una parte dei proventi ricavati, all’incirca il 50%.
Nel 1898, insieme con altri conservatori e ritiri, entrò a far parte di un ente (in quel momento ancora senza denominazione) deputato alla riabilitazione femminile.
Attualmente il complesso ospita la Scuola Elementare G. Arcoleo.
a.v.
📍Quartiere: San Carlo all'Arena, Via G. Piazzi, 4
☨ Tipologia: Ritiro per prostitute
📅 Data di fondazione: 1656
⛪ Regola monastica: Teatina
👤 Fondatore: Ottavio Capece
Fonti
- Chiarini, Aggiunzioni, Giornata VII, p. 1921
- Galante, Guida, Giornata XIII, p. 423
- Stato delle Opere Pie di Napoli al 1861, n. 29
Bibliografia
- Staffa Scipione, Del riordinamento degli stabilimenti di beneficenza nella città di Napoli, Napoli 1867, pp. 66-67
- Filangieri Ravaschieri Fieschi Teresa, Storia della carità napoletana, IV, Napoli 1879, pp. 189-191
- De Simone Giuseppe, Sul riordinamento delle opere pie nella città di Napoli dopo l’Unità, Napoli 1880, p. 376
- Vecchione Ernesto - Genovese Enrico, Le istituzioni di beneficenza nella città di Napoli, Napoli 1908, pp. 339-340
- Guidi Laura, Onore e status femminile negli istituti di reclusione napoletani dell’Ottocento, in Quaderni 2 (1988), pp. 170-189
- Guidi Laura, L’onore in pericolo. Carità e reclusione femminile nell’ottocento napoletano, Napoli 1991, pp. 23-39
- Valenzi Lucia, Poveri, ospizi e potere a Napoli (XVIII-XIX sec.), Milano 1995, pp. 23-40
- Valerio Adriana, I luoghi della memoria, II, Istituti religiosi femminili a Napoli dal 1600 al 1861, Napoli 2006, pp. 187-189
- Boccadamo Giuliana, Monache di conservatorio, bizzoche e romiti a Napoli fra XVII e XIX secolo, in Chiesa e Storia 6-7 (2016-2017), p. 134
- Rocca Giancarlo (a cura di), Dizionario dei semireligiosi e semireligiose in Italia dal concilio di Trento sino agli inizi del Novecento, promosso dalla Associazione dei professori di storia della Chiesa in Italia. (le voci relative agli istituti napoletani sono curate da Rosanna Esposito)