S. Croce di Lucca
Tutte le fonti concordano nel ritenere il 1534 quale anno di fondazione delle chiese e del monastero voluto dai coniugi Andrea Sbarra (o Sharra) e Cremona Spinelli, che edificarono il complesso nella zona tra S. Pietro a Majella e S. Domenico (quasi accanto alla Pietra Santa), in onore del crocifisso venerato a Lucca col titolo di Volto Santo.
Nel 1536-37 il monastero, di regola carmelitana, accolse le prime monache e, tra queste, la stessa Spinelli che nel 1560 ancora guidava il monastero assistita da due sue sorelle.
Ritenuto esemplare per la pietà e la disciplina religiosa, il monastero ospitò, tra Cinque e Seicento, monache appartenenti alla piccola nobiltà di provincia e alle famiglie legate al modo degli uffici e delle professioni. Gli Statuti, la Regola e le Costituzioni furono redatti nel 1538 dal priore generale dei carmelitani Nicolò Audet che impose l’osservanza della Regola carmelitana.
La svolta che pose il monastero al centro di un complicato intreccio tra potere politico-religioso e interessi economici si ebbe tra il 1641 e il 1650, allorché Nicolò del Giudice, di origine genovese, dopo aver scalato tutti i gradini della gerarchia sociale, fu nominato nel 1631 principe di Cellamare e collocò nel monastero le proprie figlie Amelia, Maria, Elena, Eleonora ed Elisabetta, come professe, e Chiara, come educanda, affidandole alla zia materna, Dianora Palagano del Patriziato di Trani. Il principe rifece a sue spese quasi tutto il monastero, profondendo la somma di 120.000 ducati e, in cambio di tale generosa donazione, pretese di conservare il patronato sulle cappelle della chiesa, di essere beneficiario con la sua famiglia di preghiere di suffragio e di godere del privilegio di entrata delle donne della casata per le visite alle parenti monache. Chiese anche di essere sepolto nella cappella maggiore del monastero.
Nel 1684 le monache in prima persona provvidero ad abbellire la chiesa con affreschi di Giovan Battista Caracciolo e della scuola del Vaccaro e del Solimena. L’altare maggiore ospita una copia del Santo Crocifisso di Lucca e il collegamento con la città toscana venne rafforzata dall’istituzione lucchese della Compagnia di Battenti.
Il monastero fu soppresso nel 1808 e l’edificio fu incamerato dal Demanio Statale. Le religiose furono disperse e una parte di esse trovò ospitalità nell’ex Casa della Maddalenella nella piazza Gesù e Maria. Infine si trasferirono a Roccagloriosa dove è tuttora conservato l‘Archivio dell’antico monastero.
a.v.
📍Quartiere: San Lorenzo
☨ Tipologia: Monastero carmelitano
📅 Data di fondazione: 1534, Sopp. 1808
⛪ Regola monastica: Carmelitana
👥 Fondatori: Andrea Sbarra e Cremona Spinelli
👑 Presenze nobiliari: Giudice di Cellamare, de Ponte, de Stefano, de Quiros, Palagano
Fonti
- ASDN, Liber Visitationum Monialium, II (Ascanio Filomarino), ff. 62-65; III (Innico Caracciolo),ff. 113-116/146-147; IV (Giacomo Cantelmo), ff. 63-69
- ASDN, Vicario delle monache, 47-61 (Esplorazioni 1-921 [1589-1914]; Badesse 1-57 [1622-1914]; Miscellanea 59, 60, 61)
- ASDN, Vicario delle Monache, Visite ai Monasteri, 471 (32
- BNN, Corporazioni Religiose Soppresse, 3596-3704; 1567
- BNN, Ms. XI E 29, ff. 18, 85, 136 v
- De Stefano, Descrittione, p. 187
- Araldo, Cronica, p. 97
- Araldo, Repertorio, pp. 81. 196
- D’Engenio, Napoli Sacra, pp. 72-73
- D’Aloe, Catalogo, pp. 147-148
- De Lellis, Aggiunta, Vol. I, ff. 128r-131v [pp. 261-266]
- Celano, Notizie, Vol. 2, Giornata II, p.723; Vol. 3, Giornata II, pp. 723-724
- Chiarini, Aggiunzioni, Vol. 3, Giornata II, p. 845
- Galante, Guida, Giornata V, p. 158
Bibliografia
- Miola Alfonso, La “Croce di Lucca”, in Napoli Nobilissima, 12 (1903), pp. 99-102.
- Ceci Giuseppe, Gli artisti che lavorano per la “Croce di Lucca”, in Napoli Nobilissima, 12 (1903), pp. 145-148.
- Molinaro Giuseppe, Croce di Lucca, Napoli 1937.
- Cautela Gemma, Santa Croce di Lucca, in Napoli Sacra, VII Itinerario, Napoli 1994, pp. 401-404.
- Rossi Pasquale, La Croce di Lucca in Napoli: vicende storiche e artistiche di un monastero carmelitano, Pozzuoli 2000.
- Dovere Ugo, La storia religiosa attraverso statuti, regole e costituzioni antiche, in ivi, pp. 17-29.
- Novi Chavarria Elisa, La famiglia Giudice Cellamare ed il monastero della S. Croce di Lucca, in Ead, Monache e gentildonne, Milano 2001, pp. 131-149.