S. Antonio abate alla Vicaria
S. Antoniello alla Vicaria
o S. Maria Succurre Miseris
Situato nel quartiere della Vicaria, nell’odierna via Oronzio Costa, il Conservatorio è stato identificato dalla tradizione popolare sotto diversi nomi. Oltre ad essere chiamato S. Antoniello alla Vicaria, la sua vocazione all’accoglienza delle ragazze più povere fece sì che venisse anche detto S. Maria Succurre Miseris, dal nome della Compagnia dei Bianchi, impegnata in molteplici attività: il sostentamento delle figlie dei confratelli deceduti, l’elargizione di doti per il loro matrimonio, l’accoglienza di donne maltrattate dai mariti e di quelle dal passato torbido, la cura dei carcerati ammalati.
Il complesso è sorto presumibilmente intorno al 1792 dalla pietà di alcune importanti nobildonne napoletane, che avvertirono la necessità di aiutare concretamente le figlie del popolo. Si trattava della principessa di Stigliano, già monaca in S Andrea, di Maria Caracciolo, della marchesa di Bracigliano e di Dorotea del Tufo che, ottenuto il consenso di Paolo V, investirono l’ingente somma di 7.000 scudi per acquistare un palazzo appartenente alla famiglia Marzano, adiacente alla chiesa di S. Antonio Abate, e accogliere il più ampio numero di donne. Queste vestivano l’abito francescano ed erano rette da una Madre, pur essendo governate da laici.
Nel 1879 le ricoverate, conducenti una vita dal carattere quasi claustrale, erano più di 130, delle quali 30 erano oblate.
La piccola chiesa, attribuita a un disegno di Guglielmo Sanfelice, oggi, privata di tutte le sue opere d’arte, è adibita a deposito.
a.v.
📍Quartiere: Vicaria, Via Oronzio Costa
☨ Tipologia: Conservatorio per ragazze povere
📅 Data di fondazione: 1613
⛪ Regola monastica: Francescana
👩🏻 Fondatrici: Maria Caracciolo, Dorotea del Tufo, la principessa di Stigliano, la marchesa di Bracigliano
Fonti
- ASDN, Vicario delle Monache, ff. 349-358 (Esplorazioni 1-419; Badesse 1-48; Miscellanea)
- ASDN, Vicario delle Monache, Visite ai Monasteri, 471(27)
- ASN, Corporazioni Religiose Soppresse, 1612 bis
- D’Aloe, Catalogo, pp. 508-509
- Celano, Notizie, Giornata I, pp. 242-243
- Chiarini, Aggiunzioni, Giornata I, pp. 451- 452; 588 (Compagnia dei Bianchi)
- Galante, Guida, Giornata II, p. 43
- Stato delle Opere Pie di Napoli al 1861, n. 59
Bibliografia
- Sigismondo Giuseppe, Descrizione della città di Napoli e del suo contorno, III, Napoli 1789, pp. 41-42.
- Ceva Grimaldi Francesco, Memorie Storiche della città di Napoli, Napoli 1857, pp. 547-548.
- Staffa Scipione, Del riordinamento degli stabilimenti di beneficenza nella città di Napoli, Napoli 1867, p. 67.
- Filangieri Ravaschieri Fieschi Teresa, Storia della carità napoletana, IV, Napoli 1879, pp. 203-207.
- De Simone Giuseppe, Sul riordinamento delle opere pie nella città di Napoli dopo l’Unità, Napoli 1880, pp. 356-375.
- Vecchione Ernesto - Genovese Enrico, Le istituzioni di beneficenza nella città di Napoli, Napoli 1908, pp. 335-336.
- Lucà Dazio Manuela, S. Antonio alla Vicaria, in Napoli Sacra, II Itinerario, Napoli 1993, p. 77.
- Valerio Adriana, I luoghi della memoria, II, Istituti religiosi femminili a Napoli dal 1600 al 1861, Napoli 2007, pp. 143-147.
- Rocca Giancarlo (a cura di), Dizionario dei semireligiosi e semireligiose in Italia dal concilio di Trento sino agli inizi del Novecento, promosso dalla Associazione dei professori di storia della Chiesa in Italia. (le voci relative agli istituti napoletani sono curate da Rosanna Esposito)