Riti funerari (G. Greco)
Il culto dei morti è fortemente sentito in tutte le culture e vi sono testimonianze materiali che risalgono alla più lontana preistoria.
I riti e le complesse cerimonie che accompagnano il defunto rappresentano un momento di memoria collettiva, una ricerca di immortalità proprio nel ricordo delle “virtù” del morto; intorno alla sepoltura si costruisce l’identità di una comunità che celebra riti di lutto concentrati sui viventi e sul conforto e riti mortuari che riguardano il trattamento del defunto. Nello svolgimento dei rituali, il ruolo della donna è ben scandito, codificato in pratiche e usanze durature nel tempo.
Numerose sono le immagini dipinte su vasi, sulle lastre delle tombe, sui rilievi in terracotta a consentire di ricomporre la presenza della donna nella pratica funeraria.Il dossier iconografico è quanto mai ricco e ben articolato; il MAAN conserva numerose lastre dipinte da sepolture rinvenute a Paestum o a Capua o a Ruvo di Puglia ed una ricchissima collezione vascolare che consente di ricomporre tutte le fasi del rituale funerario, raccontando così la valenza ideologica della morte come memoria culturale di una comunità.
Il rito mortuario
E’ compito della donna realizzare la preparazione del defunto, ungere il cadavere con oli profumati e unguenti e provvedere alla vestizione; così preparato il defunto viene esposto alla comunità (pròthesis)per un certo tempo prima del trasporto al cimitero con una solenne processione (ekphorà) Tutte queste fasi del cerimoniale sono accompagnate dalla lamentazione funebre, compito esclusivo delle donne, non solo quelle della famiglia del defunto; per i funerali più importanti venivano assoldate delle prefiche, esperte nelle lamentazioni e nelle litanie.
(Anfora geometrica da Atene del 750 a.C. con esposizione del cadavere e lamentazione funebre)
Le immagini restituiscono la figura di donne rappresentate con i capelli sciolti, il capo velato, una lunga veste, le mani sulla testa nel gesto della disperazione; le lamentazioni si ripetono e alcune iscrizioni riportano la parola òimoi (ahimè) quasi come una cantilena; nel corso di queste cerimonie si bruciava incenso, sostanze odorose che servivano a purificare l’aria e creare un’atmosfera quasi sacrale.
Il rito funebre di lutto
Rituali e cerimonie di lutto, riservate al conforto e alla partecipazione della comunità dei viventi variano da contesto a contesto, ma sono sostanzialmente condizionate dallo status sociale ed economico del defunto e della sua famiglia; sono ben documentati i sacrifici fuori tomba, le offerte alla tomba, pasti collettivi, giochi funebri con danze e litanie; il ricco dossier delle tombe dipinte da Paestum narrano, con dovizia di particolari, tutti i momenti del cerimoniale dove sono ben scanditi il ruolo riservato alle donne da quello degli uomini.
(Lastra dipinta da una sepoltura da Paestum, con donne in lutto tra melograni; metà IV sec. a.C)
Offerta sulla tomba
Dalle immagini conservate sui vasi, sembra che la cerimonia di portare le offerte alla sepolture sia riservata esclusivamente alla donna; l’iconografia consolidata restituisce l’immagine della donna che porta la sua offerta – un cesto con corone, un vaso da unguento, profumo o incenso una coppa per versare -, consolidando così la figura femminile quale custode della memoria sociale di tutta la comunità.
(Vaso attico ritrovato a Tarquinia con sacrificio sulla tomba; metà V sec. a.C.)
I giochi funebri
In onore del morto, per ricordarne il valore e le virtù, si svolgono gare di pugilato, di corsa, di corsa con le bighe; in queste occasioni, il ruolo della donna è marginale; solitamente è raffigurata che accompagna, sostiene corone, suona il flauto (aulòs)
(Lastra dipinta da una sepoltura da Paestum con giochi funebri; metà IV sec. a.C.)
E’ in occasione dei giochi funebri o del banchetto che si svolgono danze e musiche; la bellissima lastra dipinta da Ruvo, fotografa splendidamente una di queste cerimonie; si vedono18 figure di danzatrici abbigliate tutte con abiti sontuosi, colorati, con copricapi e orecchini; sono figure gioiose in una danza ad intreccio che doveva, con ogni probabilità, accompagnare la defunta nel passaggio dalla vita alla morte; sono matrone ben consapevoli del loro ruolo e della valenza sociale del rituale che svolgono
(Ruvo, tomba dipinta con le danzatrici; IV sec .a.C.)
( Ruvo, tomba dipinta con le danzatrici; IV sec .a.C.)