Addolorata e Infanzia di Gesù all’Olivella
Maria Caterina di Bello acquistò un edificio alla salita di S. Antonio ai Monti da adibire nel 1777 ad Asilo per l’educazione di ragazze povere che volevano condurre una vita ritirata senza legarsi a voti perpetui. Il Ritiro della Vergine Addolorata, così come fu denominato in un primo tempo, aveva carattere privato; una ventina di donne, con 360 ducati di rendita, seguivano la Regola alcantarina, vestendo l’abito nero dell’Addolorata.
Molte gentildonne decisero di seguire Caterina di Bello e, nonostante il carattere laicale dell’istituzione, vollero indossare per devozione l’abito di oblate. L’Istituto ospitava anche educande e donne che prendevano in fitto solo un letto per dormire (le pernottanti).
Morta nel 1808 la fondatrice, al governo del Ritiro si sarebbero succedute diverse oblate.
Nel 1819 Maria Luisa Ascione (1799-1875) chiese ed ottenne di entrare nel Ritiro dell’Olivella. Dopo sette mesi di noviziato, indossò l’abito nero dell’Addolorata prendendo il nome di Maria Luisa di Gesù. Eletta superiora dal 1825 al 1839, si trovò a guidare una comunità difficile da gestire, sia per i problemi economici, sia per il mantenimento della disciplina interna. Più volte lei stessa fu vittima di aggressioni da parte delle altre donne; tra i vari casi, segnaliamo quello di un’educanda che le buttò immondizia in camera e quello di una oblata che la prese a morsi. Lasciata l’Olivella, la Ascione fonderà un nuovo Istituto, intitolato a Maria SS. Addolorata e S. Filomena (vedi scheda), all’interno del quale fu anche istituita una scuola per ragazze povere.
Nel 1841 la direzione dell'Addolorata venne affidata all’oblata alcantarina Maria Serafina de Liso, che conferì all’Istituto un carattere più propriamente monastico, facendo vestire con l’abito delle alcantarine ed aggiungendo alla preesistente intitolazione quella di Sacra Infanzia di Gesù Bambino.
I proventi dell’Ente subirono incrementi grazie alle doti monastiche, oltre che a donazioni e lasciti da parte di privati. Una volta abolita la clausura, però, la rendita ritornò allo Stato e il monastero, diventato poverissimo, finì col reggersi solo con i proventi provenienti dal fitto di alcune camere. Nel 1898 il Ritiro entrò a far parte, insieme a parecchi altri conservatori, del secondo gruppo degli «Istituti riuniti di educazione professionale».
a.v.
Fonti
- Chiarini, Aggiunzioni, Introd., p. 186
Bibliografia
- Radente Alberto, Vita ed intelligenze spirituali della Serva di Dio Suor M.a Luisa di Gesù […], Napoli 1883, pp. 28-34
- Filangieri Ravaschieri Fieschi Teresa, Storia della carità napoletana, IV, Napoli 1879, pp. 245-247
- De Simone Giuseppe, Sul riordinamento delle opere pie nella città di Napoli dopo l’Unità, Napoli 1889, p. 327
- Vecchione Ernesto - Genovese Enrico, Le istituzioni di beneficenza nella città di Napoli, Napoli 1908, pp. 194-195
- Guidi Laura, L’onore in pericolo. Carità e reclusione nell’Ottocento napoletana, Napoli 1991, pp. 23-39
- Valenzi Lucia, Poveri, ospizi e potere a Napoli (XVIII-XIX sec), Milano 1995, pp. 23-40
- Valerio Adriana, I luoghi della memoria, II, Istituti religiosi femminili a Napoli dal 1600 al 1861, Napoli 2007, pp. 81-83
- Boccadamo Giuliana, I conservatori femminili a Napoli e nel Regno nella prima metà dell'ottocento. Persistenza e innovazione, in L'istruzione in Italia tra sette e ottocento. Da Milano a Napoli: casi regionali e tendenze nazionali, I, a cura di A. Bianchi, Brescia 2012, p. 826
- Boccadamo Giuliana, Monache di conservatorio, bizzoche e romiti a Napoli fra XVII e XIX secolo, in Chiesa e Storia 6-7 (2016-2017), p. 136
- Rocca Giancarlo (a cura di), Dizionario dei semireligiosi e semireligiose in Italia dal concilio di Trento sino agli inizi del Novecento, promosso dalla Associazione dei professori di storia della Chiesa in Italia. (le voci relative agli istituti napoletani sono curate da Rosanna Esposito)
Su Maria Luisa Ascione:
- Besutti G.-M., Ascione, Maria Carmela Giuseppa, in Dizionario degli istituti di perfezione 1 (1974) 926-931 (bibl.).
- Boccadamo Giuliana, Maria Luisa Ascione e le Illustrazioni sulla Bibbia, in La Bibbia nell’interpretazione delle Donne, a cura di Claudio Leonardi, Francesco Santi e Adriana Valerio, Firenze 2002, pp. 149-150.
- Valerio Adriana, La "capellatura d'oro", La Bibbia commentata da M. Carmela Ascione nella Napoli dell'800, in La Parola e la Polis. Percorsi biblici, teologici, politici, Bologna 2017, pp. 73-81