Napoli Devota
a cura di
Giovanna Greco
Una premessa
Culti, miti, leggende definiscono il volto di una comunità; Napoli ha costruito, nel corso dei secoli, un patrimonio estremamente ricco, conservandone sempre la memoria collettiva e il legame con il passato. I numerosi e multiformi aspetti del sacro nella Neapolis greco-romana sono raccontati da poeti e scrittori. Divinità, mostri fantastici, sirene, ninfe, eroi affollano l’immaginario collettivo; riti e cerimonie hanno costruito quel tessuto connettivo, variegato e polifonico che restituisce la dirompente vitalità della città, avvolgendola in un fascino immaginifico.
I sacra neapolitana non trovano sempre testimonianza nei segni tangibili di strutture o materiali; molte sono le memorie conservate da monete, iscrizioni, modeste figurine in terracotta o grandi statue in marmo che illuminano il complesso sistema magico-religioso, componente identitaria della città antica, per molti versi nascosta nelle diversità e nelle trasformazioni della moderna metropoli. In questa cornice di devozione risalta prepotentemente la figura femminile sempre e costantemente presente nei riti, nelle cerimonie, nelle leggende, nelle immagini, nelle storie.
Non è a caso che Napoli sia l’unica città antica che ha come protettrice una Sirena, figura fantastica, esito dell’intreccio di diverse nature. E la leggenda delle Sirene - mito senza tempo – è tutta al femminile; le protagoniste sono fanciulle dal bel canto così come solo fanciulle dell’aristocrazia cittadina possono diventare le sacerdotesse che celebrano le feste annuali in onore della Sirena, ormai assunta al rango di divinità.
Proveremo a narrare il sacrum facere attraverso quelle figure femminili che incontriamo nelle immagini, nelle dediche o nella letteratura antica; cercheremo di capire il ruolo che avevano nella gestione e nella partecipazione a rituali e cerimonie sacre e che tipo di abbigliamento o quale strumentario fosse quello dedicato al sacrum facere.