Il Maschio Angioino

Il Maschio Angioino, chiamato anche Castel Nuovo, fu voluto da Carlo I d'Angiò quando, salito al trono di Sicilia nel 1266, trasferì la capitale da Palermo a Napoli e volle costruire una sede simbolo della casa regnante. Iniziato nel 1279 su progetto dell'architetto Pierre de Chaule, il castello terminò appena tre anni dopo, ma già con Roberto d'Angiò fu ristrutturato e ampliato divenendo, anche grazie al ruolo esercitato dalle regine, un famigerato centro culturale, un luogo d'incontro per i letterati e gli artisti più famosi dell'epoca come, tra i tanti, Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio, Pietro Cavallini e Giotto.

Con la venuta degli Aragonesi, il castello, soprattutto per volontà di Alfonso d'Aragona, diventò ancor di più un prestigioso centro di potere regale e una sontuosa reggia. Sappiamo dalle fonti il ruolo giocato dalle sovrane aragonesi nell'acquisto di tessuti e drappi ricamati in oro o in argento, in satin e seta provenienti dall’Inghilterra, dall'Olanda e dalle Fiandra; dei velluti dalla Turchia, da Cipro e da Venezia; della cristalleria da Venezia, nonché di statue e bassorilievi di marmo, d’alabastro, d’argento tanto da rendere il castello «la casa più ricca del mondo e la migliore fornita di tutti beni», per usare le parole del poeta francese Andrè de la Vigne.

Ci furono restauri significativi nel 1496 da parte della regina Giovanna III che proprio dal castello esercitò il suo ultimo incarico di luogotenente  Il suo appartamento, cui si accedeva da una scala a chiocciola che si apriva nella corte interna del castello,  era posto al primo piano del lato occidentale ed era costituito da un’anticamera e un salottino, seguito da un oratorio con sagrestia e dalla stanza da letto ricavata nella torre di mezzo. I pavimentati erano con maioliche di tipo fiorentino; i camini in piperno mentre le ornie delle finestre e delle porte erano lavorate in pietra di Massa.

Alla figlia Giovanna fu riservato l’antico appartamento reale di Alfonso I nell’ala nord del castello.

Con il costituirsi a Napoli nel 1503 del viceregno spagnolo, il castello perse la funzione di residenza reale e divenne un presidio militare.

Fotografie di Marcello Erardi

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