Faustina Pignatelli
Napoli, 9 dicembre 1705 – Napoli, 30 dicembre 1769
Principessa di Colubrano-matematica e fisica
Nasce il 9 dicembre 1705 e sposa giovanissima, il poeta Francesco Domenico Carafa che aveva preso in dote dal padre il principato di Colubrano.
Purtroppo di Faustina Pignatelli si conosce molto poco. Andata dispersa tutta la sua produzione, ciò che si evince lo si deve ai suoi contemporanei scienziati che ne apprezzarono la cultura nelle scienze matematiche e filosofiche e l’originalità delle idee.
Decisivo per le sue scelte negli studi della matematica e della fisica, fu il suo educatore Nicola De Martino, matematico napoletano, il quale ebbe un ruolo determinante nel diffondere il pensiero di Newton a Napoli. Faustina in seguito raccolse largo consenso da Francesco Maria Zanotti, segretario dell’Istituto e dell’Accademia delle scienze di Bologna dal 1723 al 1766, che la riconobbe pubblicamente nel 1745 come una matematica di talento, descrivendola come una donna di solida preparazione. Successivamente, Faustina entrerà a far parte della stessa Accademia come membro onorario.
La principessa fu non solo zelante padrona di casa e valente organizzatrice di eventi, ma contribuì anche con competenza, determinazione e scrupolosità alla discussione scientifica. Il salotto scientifico, organizzato a Palazzo Carafa di Colubrano, di cui fu animatrice, era caratterizzato da un dibattito teorico sulla matematica e sulla filosofia naturale di Newton. Questo metodo suscitò l’ammirazione del magistrato francese Charles de Brosses e dell’abate Jean-Antoine Nollet dell’Académie des sciences di Parigi, quando soggiornarono a Napoli. Apprezzata da Voltaire e da Joseph-Jérôme de Lalande, intrattenne rapporti epistolari con numerosi intellettuali di prestigio dell’epoca, come il segretario dell’Académie des sciences, Jean-Jacques Dortous de Mairan, ed Émilie du Châtelet.
Fondò, insieme al marito, l’Accademia del Monte Capraio nel feudo di Formicola, presso Capua.
Nel 1731 abbandonò il tetto coniugale per divergenze inconciliabili e si rifugiò nel monastero di Regina Coeli, dove si trovava anche la figlia. Dopo molti anni ritornò a Palazzo Carafa per curare una grave malattia, ma per breve tempo. A causa del perpetuarsi di continui conflitti coniugali fu costretta a chiedere l’intervento di Re Carlo di Borbone come conseguenza delle continue violenze e tradimenti, del marito, malato, tra l’altro, di sifilide. Assodata così l’impossibilità di una riconciliazione, le fu elargito un mantenimento sostanzioso e si ritirò nel Monastero di Mondragone.
Alla morte del marito, al quale sopravvisse molti anni, tornò a ravvivare il salotto di Palazzo Carafa.
Morì a Napoli il 30 dicembre del 1769.