Ecce Homo ai Ss. Margherita e Bernardo
Nel 1585 una cappella intitolata a S. Margherita Martire era stata ceduta dall’abate Fabio Lanario alla comunità affiliata alla Congrega romana di S. Bernardo; di qui l’assunzione della doppia intitolazione ai Santi Margherita e Bernardo. Nel 1620 l’abate Giacomo Piatti cedette un casamento attiguo che venne adibito a Ritiro per vedove e per un certo periodo di tempo l’edificio fu affidato ai Chierici Regolari Minimi finché, a causa di una lite occorsa tra questi ultimi e la Congrega affidataria, non si provvide al loro sfratto (1793).
Nel 1794, però, in occasione della tremenda eruzione del Vesuvio, molte prostitute, giunte alla chiesetta recando in processione un’immagine dell’Ecce Homo, decisero di restare in quel luogo in segno di penitenza, dando origine a un Ritiro destinato all’accoglienza di donne pentite che, però, nel giro di pochi anni si trasformò in monastero, popolarmente conosciuto come Ecce Homo.
Le pentite vestivano l’abito di Oblate carmelitane sotto la Regola di Santa Teresa.
Agli inizi dell'Ottocento, l'Istituto risultava particolarmente povero e, nonostante se ne proponesse la soppressione, le donne che lo abitavano continuarono a occuparlo vivendo di questua, dal momento che risultavano inabili a qualsiasi lavoro.
Nel 1884, in seguito ad una epidemia di colera, l’Istituto fu trasformato in orfanotrofio per le figlie delle vittime dell’epidemia.
Del complesso non resta più traccia, essendo stato demolito durante i lavori del Risanamento.
a.v.
Fonti
- De Stefano, Descrittione, p. 65
- D’Engenio, Napoli Sacra, p. 468
- Chiarini, Aggiunzioni, Giornata IV, p. 1384
- Galante, Guida, Giornata VIII, pp. 322-323
- Stato delle Opere Pie di Napoli al 1861, n. 60
Bibliografia
- Staffa Scipione, Del riordinamento degli stabilimenti di beneficenza nella città di Napoli, Napoli 1867, 67
- Filangieri Ravaschieri Fieschi Teresa, Storia della carità napoletana, IV, Napoli 1879, pp. 179-181
- De Simone Giuseppe, Sul riordinamento delle opere pie nella città di Napoli dopo l’Unità, Napoli 1889, pp. 358-359
- Vecchione Ernesto - Genovese Enrico, Le istituzioni di beneficenza nella città di Napoli, Napoli 1908, pp. 82-83
- Guidi Laura, Onore e status femminile negli istituti di reclusione napoletani dell’Ottocento, in Quaderni 2 (1988), pp. 170-189
- Guidi Laura, L’onore in pericolo. Carità e reclusione nell’Ottocento napoletana, Napoli 1991, pp. 23-39
- Valenzi Lucia, Poveri, ospizi e potere a Napoli (XVIII-XIX sec.), Milano 1995, pp. 23-40
- Valerio Adriana, I luoghi della memoria, II, Istituti religiosi femminili a Napoli dal 1600 al 1861, Napoli 2007, 103-105
- Boccadamo Giuliana, Monache di conservatorio, bizzoche e romiti a Napoli fra XVII e XIX secolo, in Chiesa e Storia 6-7 (2016-2017), 134
- Rocca Giancarlo (a cura di), Dizionario dei semireligiosi e semireligiose in Italia dal concilio di Trento sino agli inizi del Novecento, promosso dalla Associazione dei professori di storia della Chiesa in Italia. (le voci relative agli istituti napoletani sono curate da Rosanna Esposito)