Maria di Gesù Landi  (1861-1931)
Fondatrice

Sulla collina di Capodimonte, da cui lo sguardo spazia sul panorama di Napoli, sorge maestoso il tempio dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio, popolarmente noto come “la piccola San Pietro” in quanto architettonicamente ricalca, in proporzioni più ridotte, la basilica vaticana. La sua costruzione, iniziata nel 1920 e conclusa nel 1960, si deve alla fede e all’opera di Maria Landi , una “monaca di casa”, come ancora nell’800 venivano chiamate quelle donne che, non potendo o non volendo vivere dentro le mura di un convento, realizzavano la loro consacrazione a Dio rimanendo nella propria famiglia e operando beneficenza e apostolato fra il popolo.
Di ingegno assai vivace, pur essendo priva di una adeguata formazione culturale, Maria ricevette in compenso una solida formazione spirituale dal padre scolopio Salvatore Maria Nisio, futuro vescovo di Ariano Irpino. Offertasi a 17 anni a Gesù con voto di fedeltà e di amore alla Chiesa, la giovane s’impegnò a seguire la Regola di vita del Terz’Ordine Francescano della Riforma Alcantarina, vestendone l’abito. A 26 anni, per speciale concessione del card. Sanfelice, pur continuando a vivere con le due sorelle in via Duomo 36, emise i voti solenni di povertà, castità e obbedienza, cambiando il nome in Maria di Gesù.
Devotissima alla Madonna del Buon Consiglio, nel 1884 si fece dipingere un quadro di lei, origine di un culto che sarebbe andato crescendo anche in seguito a due miracoli che il popolo attribuì alla Madonna in effigie. Il primo, avvenuto appena l’immagine venne esposta al pubblico nell’oratorio domestico delle sorelle Landi, fu la cessazione dell’epidemia di colera che imperversava a Napoli. L’altro, il venerdì santo del 1906, quando una densa cortina di cenere vesuviana gravava sulla città, facendo già crollare tetti e solai: esposto il quadro fuori dal balcone di casa, l’eruzione del Vesuvio scemò di forza estinguendosi qualche giorno dopo.
Oltre che dal popolo quel piccolo oratorio era frequentato anche da nobildonne e prelati, presso molti dei quali la religiosa elemosinava per le opere di carità diocesane. In seguito, appoggiata dai susseguenti arcivescovi napoletani, tramite loro Maria ottenne dal Vaticano il riconoscimento del culto alla Madonna del Buon Consiglio, con l’aggiunta del titolo “Regina della Cattolica Chiesa”. Dopo l’Incoronazione del quadro l’affluire sempre più consistente di fedeli convinse la religiosa della necessità di costruire un tempio nella zona di Capodimonte, luogo indicatole nelle sue contemplazioni anche dalla Vergine. Provvidenziale il dono, da parte di una benefattrice, di una villa con parco proprio lì, sulla formazione tufacea sotto la quale erano state scavate le catacombe di San Gennaro. Deciso dunque il luogo col consenso del card. Prisco, assistito da una commissione di competenti, nel 1920 iniziò quest’opera monumentale che avrebbe richiesto 40 anni di lavori per essere conclusa con la collaborazione di numerosi fedeli e della borghesia e nobiltà napoletana, oltre all’appoggio di vari arcivescovi. Madre Landi non riuscì a vederla compiuta. Prima di morire però riuscì a fondare le Ancelle della Chiesa per il servizio del tempio e delle opere annesse; e inoltre, sempre nell’ambito del santuario, volle sorgessero una casa per sacerdoti, un orfanotrofio e due associazioni laicali: le Dame dell’Incoronata e i Figli della Fede.
Morte anche le due sorelle Landi, il card. Alessio Ascalesi nel 1938 decise di trasferire il quadro presso questa basilica oggi ricca di mosaici, marmi policromi e opere d’arte. In una cappella laterale un sarcofago ospita il corpo della fondatrice, di cui è in corso il processo di beatificazione.
Nella stessa basilica, conosciuta anche come “La piccola San Pietro” in quanto realizzata su modello della basilica si San Pietro di Roma, sono ospitate le tombe della principessa Elena d’Aosta e della duchessa Anna d’Orléans.

Oreste Paliotti

 

 

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